“Quindici anni di musica verdeoro commentati da uno dei più influenti intellettuali brasiliani”. Questo potrebbe essere il giusto sottotitolo a un’opera di estremo interesse pubblicata qualche mese fa in Brasile da due organizzazioni dedite a promuovere la cultura brasiliana nel Paese come la Sesc e la Senac di São Paulo. Mário De Andrade, poeta critico d’arte, cronista e musicologo, conservava ben 544 dischi dai quali sistematicamente rimuoveva la copertina per apporvi una cartolina su cui annotare le proprie impressioni che oggi possiamo apprezzare grazie all’intenso lavoro di  Flávia Camargo Toni. Di tutti i dischi, custoditi dall’Instituto de Estudos Brasileiros della Universidade de São Paulo ne sono stati selezionati 161: spiccano i nomi di Pixinguinha, di Carmen Miranda, di Jararaca e dell’Orquestra Pan American ma anche Dorival Caymmi e Noel Rosa.

A vitrola de Mário de AndradeI commenti, sicuramente interessanti e illuminanti, dell’intellettuale paulistano fanno spesso riferimento alla pronuncia delle parole cantate, ai tecnicismi compositivi. E’ così che, ad esempio, riferendosi  al brano Deixa essa mulher chorar di Mário Reis, scrive “Il caso del Sig. Reis sembra collocarsi al polo opposto rispetto alla dizione ortografica della parola felicidade”. Problema, quello della pronuncia, che Mario de Andrade affronterà nel Congresso della Lingua Nazionale Catata nel 1937.

Al libro è poi allegato un disco che raccoglie alcune delle tracce registrate dalla discoteca dell’intellettuale paulistano e brani come Vamos Apanhar Limão di Jararaca o Urubatã di Pixinguinha.

Il lavoro della ricercatrice Flávia Camargo Toni è di grande levatura culturale e sicuramente di estremo interesse per chi si non è mai sazio di música popular brasileira.