Il cielo lisboeta non prometteva nulla di buono: da Cascais a baixa-chiado le nuvole coprivano la vista della luna. Ed ecco la pioggia invadere le strade di Lisbona, il traffico il tilt, Praça Camões sgombra dai sui soliti intellettuali debosciati che anche nei giorni più freddi la popolano … Ma lì, tra A Brasileira di Fernando Pessoa e la stazione Fluviale di Cais Do Sodré, ecco un angolo di convivio, di ristoro, di pace, di sorrisi e di buona musica, che ha progressivamente ristabilito il bel tempo nella capitale portoghese.
Il Teatro São Luis di Lisbona ha visto, nelle due serate del 12 e del 13 di novembre, ospite l’artista brasiliano eclettico e dei mille volti, tanti quanti il nostro Pessoa, di Arnaldo Antunes. Compositore e autore di diverse opere letterarie, tra cui As Coisas, Nome e Outro, Arnaldo Antunes, durante il suo show, è riuscito a proporre un mix di brani che hanno rapito l’attenzione di tutto il pubblico presente in sala: passando dal genere pop per arrivare alla sua fase rock; attraversando e penetrando nelle parole delle musiche che l’hanno reso celebre, insieme a Marisa Monte e Carlinhos Brown, col gruppo Tribalistas. Una buona parte delle musiche suonate e cantate dall’artista, in un susseguirsi di momenti carichi di saudade misti a allegria contagiosa, sono state estratte dal suo ultimo album, datato 2015, Já é; tra i brani che hanno coinvolto maggiormente il pubblico presente in sala, meritano di essere citati Saudade farta, Naturalmente, Naturalmente, Põe fé que já é.
Ma lo spettacolo di Antunes è andato ben oltre le aspettative, soprattutto nelle due date realizzate nella terra da cui sono partite le prime grandi esplorazioni. Il Teatro São Luis ha messo in scena momenti carichi di emozioni, palpabili sin dal primo accordo di chitarra, grazie alla partecipazione di alcuni artisti del panorama portoghese: la cantante di fado Carminho e due dei tre rappresentanti del gruppo Clã, Helder Gonçalves e Manuela Azevedo. La voce calda e penetrante di Carminho ha rapito il cuore e gli occhi del pubblico non appena accennato il motivetto del brano Vilarejo, dell’amica e partner in alcuni suoi progetti musicali Marisa Monte. E in un gioco di mistura di suoni, Antunes ha poi nuovamente portato in alto le mani e i sorrisi del pubblico, intonando alcuni tra i classici del suo repertorio, come A casa é sua: l’empatia stabilita col pubblico è stata talmente energica che l’artista, in un fuori programma, è sceso in platea per stringersi e mischiarsi al piccolo gruppo di donne e uomini che danzava timidamente sotto al palco montato per l’occasione.
La punta di massimo coinvolgimento si è avuta al momento della chiusura del concerto, quando tutti coloro che hanno reso indimenticabile e speciale la serata sono stati richiamati sul palco e, sulle note di una musica dei Tribalistas, Brasile e Portogallo si sono incontrati e intrecciati: A Velha Infância è stato, così, eletto brano finale di uno spettacolo variegato, caleidoscopico e multiforme come il protagonista principale della serata, Arnaldo Antunes.
Il cielo, ormai, si è aperto. Le porte del Teatro São Luis si sono chiuse, ma nell’animo resta il ricordo di una serata unica!
L’intero concerto è stato filmato dalla crew presente in sala e sarà poi montato e messo in vendita in Brasile a partire da febbraio del 2017
Tutte le foto sono di Alexandre Costa Nascimento

