Mentre il movimento tropicalista di Caetano Veloso, Gilberto Gil, Tom Zé, Torquato Neto e tanti altri, aveva già segnato profondamente la società e la cultura brasiliana, in una São Paulo di inizio anni ’70 si ponevano le basi per una nuova rivoluzione culturale. In un teatro della famosa Rua Teodoro Sampaio, il Lira Paulistana, una nuova generazione di musicisti incarnava la nuova scena musicale alternativa della metropoli brasiliana. Le composizioni, decisamente innovative per l’epoca, erano il mezzo comunicativo privilegiato per un movimento che oltre a produrre una repertorio straordinario, creava la coscienza sociale di un’intera classe, opponendosi da un lato al regime della Dittatura Militare, dall’altro allo strapotere delle case discografiche.
La stampa chiamò il movimento culturale Vanguarda Paulistana riuscendo a riassumere in un solo nome lo spirito avanguardista degli artisti e il forte legame col teatro Lira Paulistana. A distanza di quasi cinquant’anni, i nomi dei vanguardistas Itamar Assumpção, Grupo Rumo, Premeditando o Breque, riscuotono ancora enorme successo tra i più e i meno giovani.
A quelli già citati, nonostante sia nato a Londrina, in Paraná, va aggiunto il nome di Arrigo Barnabé. Anch’egli battezzato sul palco del Teatro Lira, esordisce sul mercato fonografico con Clara Crocodilo. Il disco è una mistura di elementi tipici della musica brasiliana che si contaminano con slanci dodecafonici, sprazzi di rock e nuances di prog.
La carriera di Barnabé, d’altra parte, può essere considerata come un’incessante ricerca di nuovi stili comunicativi che passano per diversi generi musicali, fino ad abbracciare arti quali il teatro, la prosa e il cinema. Nel 1983 Barnabé compone le musiche per spettacolo A saga de Clara Crocodilo che saranno eseguiti dall’Orquestra Sinfônica Juvenil dello stato di São Paulo coadiuvata da una rock band. L’espediente è così riuscito che qualche anno più tardi Bernabé mette in scena l’opera Música para dois pianos, percussão, quarteto de cordas e banda de rock.
Un tono più solenne, invece, permea il disco del 2003 Missa in Memoriam – Itamar Assumpção in cui Barnabé sfoggia una certa esperienza anche con la musica classe. Il lavoro, con gli arrangiamenti di Tiago Pinheiro, è composto da cinque fasce in latino – Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnis Dei – come richiesto dal rituale ortodosso della chiesa cattolica
Con rinnovata verve, l’artista di Londrina si cimenta anche con la composizione di colonne sonore per alcuni film, come Estrela Nua di José Antônio Garcai e Ícaro Marins o Cidade Oculta di Chico Botelho, o per un fumetto. Il progetto Tubarões Voadores, infatti, è l’incontro tra la musica di Barnabé e le vignette dell’amico Luiz Gê.
Più di recente, invece, Barnabé ha riscoperto il piacere dell’interpretazione. Con Caixa de Ódio 1 prima e con Caixa de Ódio 2 poi, l’artista riscopre il canzoniere di uno dei compositori più brillanti che il Brasile abbia mai conosciuto, Lupicínio Rodrigues. In questo senso, il vanguardista paulistano si aggiunge ad una lunga schiera di musicisti che si sono cimentati con Rodrigues, da Adriana Calcanhotto a Elza Soares, da Arnaldo Antunes a Jamelão, da Maria Bethânia a Gal Costa.
Sempre come interprete, Arrigo Barnabé è ora impegnato nella rivisitazione dell’opera di Hermelino Neder, anch’egli vanguardista. Un ritorno alle origini, insomma, con cui il compositore rende omaggio a quella grande rivoluzione di cui egli stesso è stato protagonista. O Neurótico e as Histéricas, questo il nome di questa nuova avventura, si avvale di una band di sole ragazze: Ana Karina Sebastião (basso e voce), Maria Beraldo Bastosal (clarinetto e voce), Mariá Portugal (batteria e voce) e Anna Tréa (chitarra e voce).
Quando e come è iniziata la tua carriera artistica?
È iniziato tutto nel 1979, durante il festival universitario organizzato dalla TV Cultura. Furono selezionate due mie canzoni: Diversões Eletrônicas – una collaborazione con Regina Porto – e Infortunio. Entrambi i brani usavano, in qualche modo, la tecnica dodecafonica.
Il festival l’abbiamo vinto con Diversões. Poco dopo, verso la fine del 1979, ho partecipato al festival della TV Tupi con Sabor de Veneno, che ha riscosso grande successo.
Clara Crocodilo, il tuo primo disco lanciato con la band Sabor de Veneno nel 1980, fu considerato profondamente innovatore. In questo lavoro confluiscono vari generi, dal rock alla musica erudita. Com’è nato questo progetto?
Io e Mario Lúcio Cortes abbiamo iniziato a comporre Clara Crocodilo a Londrina, verso la fine del 1971. Già a luglio del 1972 avevamo composto tutta la parte musicale. Successivamente, per sette anni, ho lavorato ai testi, alle narrazioni, ecc.
A me e Mario piaceva moltissimo sia la musica classica moderna che quella contemporanea. Cosi mi sono iscritto alla scuola di musica ECA della USP. Mario, invece, ha deciso di seguire la sua carriera di ingegnere elettronico.
Sei stato uno dei massimi esponenti della cosiddetta Vanguarda Paulistana. Cosa ha rappresentato questo movimento per la musica brasiliana?
Esatto. In realtà è successo tutto senza volerlo. Esisteva una produzione fortemente ispirata dai grandi cantautori che erano diventati famosi nell’immediato post bossa nova. Mi riferisco a Paulinho da Viola, Chico Buarque, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Tom Zé, Milton Nascimento, ecc.ecc. Vivevamo in piena dittatura militare ed era tutto molto difficile. La censura imperava e i grandi mezzi di comunicazione non avevano alcun interesse per le nostre produzioni, che erano fortemente caratterizzate da una sentimento di rottura e di trasgressione. Credo che la nostra fortuna sia stata quella di riuscire a raggiungere un pubblico in grado di influenzare l’opinione pubblica. Se non fosse stato cosi, oggi il nostro lavoro non avrebbe la stessa importanza che gli viene attribuita dall’universo culturale brasiliano.
Sempre in riferimento alla Vanguarda Paulistana, hai collaborato spesso con Itamar Assumpção. Cosa ricordi di questa esperienza e, ovviamente, di questo grande artista?
Io e Itamar eravamo molto amici e, negli anni 70, abbiamo vissuto praticamente insieme. Era molto amico di mio fratello Paulo (autore del progetto Patife Band). Paulo e Itamar si almentavano di giri di basso e batteria. Itamar era una persona molto talentuosa, con uno suingue incredibile. Assolutamente impressionante.
Sei nato a Londrina, in Paraná, ma credi che il concretismo di São Paulo abbia influenzato il tuo modo di fare musica?
Non sono stato influenzato direttamente dal concretismo come movimento culturale. Quello che invece mi ha influenzato molto è stato il libro del poeta concreto Augusto do Campos O Balanço da Bossa. Negli anni, ho avuto modo di lavorarci insieme e ho musicato anche alcuni suoi poemi.
Hai scritto molte colonne sonore per film. Trovi che ci sia qualche differenza tra il comporre una colonna sonora e comporre un disco?
L’unica differenza è che in un film sei al servizio di un regista, è un lavoro di collaborazione. Un disco, invece, è una cosa personale.
Oltre a comporre colonne sonore, hai musicato un fumetto di Luiz Gê. Il lavoro è diventato un disco con il titolo Tubarões Voadores. Com’è nato questo progetto?
Io e Luiz abbiamo sempre sognato di scrivere una colonna sonora per un fumetto. L’opportunità è nata quando disegnò Tubarões Voadores. Dopo aver letto la storia, ho sentito che avrei potuto finalmente realizzare il nostro antico sogno.
Nella tua carrierati sei confrontato con la musica di Lupicínio Rodrigues con il lavoro Caixa de Ódio 1 e 2. Qual è il tuo rapporto con la música popular brasileira?
Adoro il periodo degli anni d’oro, quelli che vanno dai ’30 ai ’50. Ne sono innamorato. Lupicínio è senza dubbio un musicista degli anni ’50, nonostante la sua carriera sia iniziata prima. Credo che il mio rapporto con questo artista si basi su una sorta di identificazione e sulle possibilità interpretative che le sue canzoni offrono.
Il mese passato ti sei esibito in Italia con il progetto O Neurótico e As Histéricas. Come nasce questo lavoro?
Avevo voglia di continuare il lavoro di interprete che avevo iniziato con Caixa de Ódio. Così con l’ensambe N&H (Os Neuróticos e A Histéricas) ho iniziato cimentandomi con il canzoniere di Hermelino Neder, compositore della mia generazione con cui spesso ho collaborato. Col passare del tempo, ho iniziato a inserire nel repertorio anche alcune mie composizioni.
Che disco stai ascoltando in questo momento? Che musica ti piace ascoltare?
Mi piace ascoltare un po’ di tutto, ma soprattutto musica moderna e contemporanea. In questo periodo stavo riascoltando i Quartetti per Archi 4 e 5 di Béla Bartók. Ne sono innamorato!
Quali sono, secondo te, le nuove frontiere e le nuove sfide della musica brasiliana?
Credo che ne passerà di acqua sotto ai ponti nei prossimi anni. Con il trionfo della società del consumo, tutto inizia a entrare in un processo di rivalutazione, sempre più influenzato dalla formidabile trasformazione offerta da internet.