Assessora de Encrenca

 

Se c’è qualcuno che conosce tutti i retroscena della musica brasiliana, quella è Gilda Mattoso. Assessora de imprensa, direbbero i brasiliani, in Italia la chiameremmo addetto stampa. Lei, con un sagace gioco di parole, si definisce assessora de encrenca, un’addetta ai problemi. I grattacapi sono quelli degli artisti che Gilda ha accompagnato in giro per il mondo, tra torunée infinite e concerti affollati. Quelli di  Gilberto Gil, Caetano Veloso, Tom Jobim o Vinicius de Moraes, raccontate, con un atto di grande generosità, nel libro  Assessora de Encrenca, per l’appunto.

Lungi dall’essere un trattato sulla mpb, il testo di Gilda Mattoso è piuttosto un diario di bordo in cui i fatti, gli aneddoti, vengono raccontati per quello che sono, senza artefatti, come si potrebbero raccontare tra amici. Sin dalle prime pagine, infatti, sia ha subito la sensazione di essere parte viva del racconto, interlocutore silente che si lascia guidare dall’autrice in uno stream of consciousness estremamente affascinante. Nessun filo conduttore che leghi un racconto all’altro, ma piuttosto dei cassetti della memoria che Gilda apre di tanto in tanto. Ad ogni cassetto un nome, ad ogni nome una serie di ricordi, ad ogni ricordo un titolo. Tre sono i grandi scompartimenti a cui l’autrice ha dedicato ampio spazio e portano i nomi di Vinicius de Moraes, Tom Jobim e Caetano Veloso, mentre un altro grande contenitore di fatti porta la dicitura Outros Famosos.  Con il primo, Vinicius, Gilda ha condiviso il grande amore e, per certi versi,  i ricordi a lui dedicati sono i più commoventi. Di lui, tra le tante cose, Gilda ci narra la grande passione per la vasca da bagno, considerata utero materno in cui rifugiarsi durante le notti insonni, o, ancora, l’amicizia con Sergio Endrigo e del pappagallo Pacco, del temperamento allegro e del suo essere eternamente distratto, della sua vita e di come, un giorno, ha deciso di partire.

In oltre duecento pagine leggeremo, inoltre, dell’ultimo concerto di Tom Jobim in Israele, di quello di Caetano Veloso a Roma nel 2000, ritenuto dall’autrice uno dei più commoventi a cui abbia mai assistito, della generosità di João Gilberto e della curiosa storia della caffettiera, dei sogni di Baden Powell, ecc.ecc.

Grazie a Gilda, possiamo conoscere l’altra faccia della bossa nova e della mpb, quel volto decisamente umano e spontaneo fatto di gioia, tristezza, saudade e episodi buffi come quello che segue:

Un’altra caratteristica di Vinicius, che parlava fluentemente vari idiomi, era quella di confonderli in queste tournée convulse. Chico Buarque mi disse che una volta, a Roma, Vinicius raccontò alla platea centinaia storie. Chico stava assistendo allo spettacolo. Il pubblico rideva molto, incluso un signore seduto di fianco a Chico che, finalmente, esclamò: È bravissimo questo Vinicius ma, scusa, che lingua parla? (cfr. Assessora de Encrenca)