Se nel resto del mondo il sostantivo bluebell identifica un piccolo fiore di colore azzurro, in Brasile lo stesso nome scritto in maniera leggermente differente – Blubell – è lo pseudonimo di una raffinatissima cantante che spazia dalla mpb al jazz. Al secolo Isabel Fontana Garcia, paulistana di adozione, Blubell è la sintesi perfetta di teatro e musica. La sue performance, infatti, sono un tuffo nel passato, in quei cabaret anni ’50 con l’odore del whiskey e del fumo e il canto soave del jazz.
Da sempre ispirata da grandi nomi della musica nordamericana come Charlie Parker e Liza Minelli, l’avvicinamento alla musica di New Orleans, però, inizia da una fase rock che dall’adolescenza si protrae fino al 2006 quando Blubell lancia il suo primo lavoro autorale con il disco Slow Motion Ballet, accolto con grandi apprezzamenti da critica e pubblico.
Un anno più tardi, il brano Chalala viene scelto per integrare la colonna sonora di una serie televisiva di successo dal titolo Aline trasmessa sulla Rede Globo. La voce di Blubell arriva, così, nelle case di una grossa fetta di brasiliani.
Il secondo disco, Eu Sou Do Tempo Em Que A Gente Se Telefonava, che vanta la partecipazione di Tulipa Ruiz e Baby do Brasil, arriva dopo una pausa di cinque anni si presenta come un lavoro più maturo e solido che affonda sempre di più le radici nel jazz. Parallelamente al disco, Blubell avvia una fruttuosa collaborazione con la band Black Tie con la quale vince il 24° Prêmio da Música Brasileira come miglior disco in lingua straniera.
Ultima fatica discografica dell’artista paulistana, Diva é a Mãe, lavoro dal titolo dissacrante in cui Blubell riesce a conciliare una spiccata ironia a brani ricchi di swing e balanço, come dicono i brasiliani, senza rinunciare ad un tocco di doo-wop in stile Andrew Sisters.
Già è al lavoro sul suo quarto disco, abbiamo incontrato Blubell a São Paulo nel cuore del quartiere Vila Madalena, nel Lapa 40°, dove tra qualche risata ci siamo fatti raccontare passato e futuro di questa artista tanto originale quanto raffinata capace di portare po’ di U.S.A. in territorio brasiliano senza, però, dimenticare samba e bossa nova.
L’intervista nasce da una parceria tra Nabocadopovo e la Tv Cultura

