Maria Pia De Vito
Core/Coração
JandoMusic
2017
Probabilmente un filo diretto tra Napoli e Rio de Janeiro c’è sempre stato. Il mare, la musica, la lingua, la visceralità dell’esistenza sono tutti elementi che pervadono la quotidianità delle due città, che accompagnano lo scorrere lento della vita, che creano un sodalizio transoceanico. A testimonianza di quanto detto, vi è Maria Pia De Vito che con il recente disco Core/Coração palesa quella connessione profonde tra due universi apparentemente lontani ma assolutamente vicini, superando qualsivoglia dicotomia e offrendo una visione unitaria della questione.
Il veicolo di comunicazione il canzoniere di Chico Buarque che, sotto la guida sapiente della De Vito, cede un o’ della propria brasilianità per misturarsi alla musica popolare partenopea: il portoghese si increspa sulle cadenze vertiginose del napoletano con disinvoltura. Così Guinga, che già aveva introdotto la compositrice nell’universo brasiliano, ascoltando il disco non ha potuto che stupirsi nel constatare quanto i brani di Chico sembrino nati a Napoli.
Ad aprire Core/Coração una tammurriata corposa che presto si apre in A Costruzione, versione partenopea di Construção, dove il dialetto ne esalta la poetica e il clarinetto di Gabriele Mirabassi sottolinea la tensione emotiva del brano con contrappunti e fraseggi ben articolati. Facciamo Ampresso è, invece, l’adattamento di Trocando em Miúdos esaltato dal pianoforte del gallese Huw Warren, mentre O Meu Guri diventa, nelle corde della De Vito, ‘O Picerillo. Qui, nella seconda parte del brano interviene lo stesso Chico Buarque che, in rigoroso dialetto napoletano, duetta con l’artista italiana. A dire il vero, la partecipazione di Chico nel disco si realizza in due momenti. Il primo è quello appena descritto. Il secondo, invece, si ha in Todo o Sentimento, scritto a quattro mani con Cristovão Bastos. Questa volta, però il testo rimane quello originale portoghese, l’unico in tutto il disco. Raffinatissima e drammatica, M’abbasta ‘Nu Juorno (Basta um Dia) traduce alla perfezione la complessità poetica di Chico. Più sbarazzina e irriverente Partido Alto diventa Dio Ce Penzarrà.
In Core/Coração c’è anche spazio per brani di altri compositori. Guinga e Paulo Cesar Pinheiro prestano alla causa Noturna, che nel titolo italiano guadagna un’ulteriore t, mentre di Egberto Gismonti è Ll’acqua e ‘o vino (Agua e Vinho). Tra le tredici tracce del disco ovviamente travano spazio anche due brani di Tom Jobim. Il primo è Je t’Amo (Eu Te Amo) che il padre della bossa nova ha composto proprio con Chico Buarque. Il secondo, invece, è Curre Maria (Olha Maria) che chiude il disco in grande stile con un arrangiamento assolutamente minimalista affidato solo alla voce della De Vito e al clarinetto di Mirabassi.
Composizioni a parte, il grande valore di questo lavoro lo si deva anche all’ensemble di musicisti che hanno accompagnato la compositrice in questa avventura. Oltre a quelli già citati, sicuramente un ruolo importante è stato quello di Roberto Taufic, il chitarrista brasiliano che ha curato gran parte degli arrangiamenti. Ospite del disco, anche l’Ensemble Vocale Burnogualà, fondato anni fa dalla stessa Maria Pia De Vito, particolarmente volto alla ricerca vocale e musicologica.
Core/Coração, ad uno sguardo complessivo appare come un lavoro assai bene articolato frutto della grande maturità artistica della De Vito, del suo grande amore per la musica brasiliana e, in particolare, per quella di Chico. Certo è un progetto ambizioso, un viaggio pieno di rischi che, però, Maria Pia De Vito ha affrontato con grande disinvoltura. Il risultato è uno degli omaggi più belli e originali che siano stati fatti all’opera, peraltro maestosa, di uno dei più grandi poeti del nostro tempo: Chico Buarque. Alla De Vito la storia della grande musica è grata.

