Gabriele Mirabassi, Cristina Renzetti, Roberto Taufic
Correnteza
Hemiolia Records
2016
Ci sono incontri che, realizzandosi, riempiono un vuoto fino ad allora apparentemente incolmabile. Incontri che si rendono necessari, indispensabili. Quello tra Gabriele Mirabassi, Cristina Renzetti e Roberto Taufic si spinge oltre, rivelando un universo poetico ormai celato da troppo tempo. O, in alcuni casi, ignorato. Perché i brani di Tom Jobim a cui il Trio Correnteza ha restituito splendore sono quelli troppo spesso definiti minori ma che, invece, custodiscono la grande poesia jobiniana, il suo animo profondamente lirico.
Tutto prende forma nella Chiesa di Santa Croce ad Umbertide, sotto lo sguardo compiacente della Madonna del Signorelli. Correnteza, brano che Jobim scrisse con Luiz Bonfá, apre il cammino per un viaggio intimista attraverso le emozioni. Il clarinetto di Mirabassi fa capolino, delicato, nel silenzio della chiesa, mentre Taufic riempie le frequenze più alte con gli arpeggi di chitarra. Cristina Renzetti, con la sua voce dalle nuance più variegate, è a suo agio sul delicato equilibrio armonico. Le forme rotonde dei suoni si increspano solo in Chovendo na Roseira, grazie alle incursioni rapide di chitarra e clarinetto. Jobim ha sempre amato sentirsi a stretto contatto con la natura e molte sono le composizioni che, nel tempo ha dedicato a questo rapporto. Trio Correnteza nella sua delicatezza interpretativa sa tradurre a meraviglia i colori che Jobim ha rubato al mondo e regalato alle sue canzoni.
Lo stesso avviene per quei brani, anch’essi inseriti nel repertorio, che affrontano il tema dell’amore che assume colorazioni più brune, intimistiche e personali. L’amore come riflessione profonda, come stato di spirito è quello che l’autore racconta in Se Todos Fossem Iguais A Você o Caminhos Cruzados.
A brani più ricercati, se cosi vogliamo dire, il trio accostaalcuni grandi classici di Jobim che, però, vengono riletti in modo del tutto personale. La troppo inflazionata Chega de Saudade si spoglia delle cadenze tipiche della bossa nova cedendo il passo ad un più originale tre quarti, mentre Desafinado scherza con il significato del titolo, stonato. Nonostante tutto, però, l’intervento dei musicisti sull’arrangiamento dei brani è minimo, rispettoso, quasi reverenziale. Tanto che, invece di aggiungere, qui si sottrae, si limina l’effimero, restituendo un Jobim autentico.
Composizioni a parte, il grande valore di questo lavoro sta anche nella scelta, inusuale ma vincente, di registrare il disco su nastro analogico grazie al team della Hemolia Records. Il risultato è un’opera d’artigianato straordinaria che rende ancora più intensa l’esperienza dell’ascolto. Ad ogni modo, è pur sempre disponibile il cd acquistabile esclusivamente sul sito dell’etichetta. Non è prevista una distribuzione attraverso le piattaforme digitali. Politica in controtendenza ma che ridà centralità al disco in quanto opera d’arte. Tom Jobim lo merita. Tio Correnteza pure!

