Figlio della zona est di São Paulo, come egli stesso si definisce, Kleber Cavalcante Gomes, meglio conosciuto come Criolo, è la voce della periferia, degli emarginati, che tuona potente per il Brasile e oltre. Criolo è la genialità della musica popolare trasformata in hip-hop, la capacità di vestire un abito, diciamo così, di importazione secondo canoni squisitamente verdeoro, la capacità di rendere brasiliano qualcosa che di brasiliano non ha proprio niente. E il risultato è stramaledettamene di qualità. Così il portoghese si adatta alle dinamiche made in USA quasi meglio dell’inglese.

Nó na orelhaD’altra parte, qualunque sia la lingua, la base comune dell’hip-hop è la voglia di riscatto, la brama di giustizia sociale di chi nasce in una giungla urbana. Questo Criolo lo sa bene perché dov’è nato, nella profonda periferia di São Paulo, la vita è una lotta per la sopravvivenza. Quella lotta amara e perenne che ormai canta da oltre 25 anni.

L’artista paulistano calca i primi palchi alla tenera età di tredici anni anche se il suo primo disco, Ainda há tempo, è arrivato ben quasi cinque lustri più tardi, nel 2006. Chi l’ha detto che per fare buona musica è necessario pubblicare dischi? Per il successo di massa, invece, bisogna aspettare il 2012 quando Criolo partorisce il suo capolavoro assoluto: Nó na orelha. Il disco, nato quai per caso grazie al contributo di amici in un momento in cui l’artista aveva deciso di lasciare le scene, può essere annoverato tra i dischi più belli del panorama musicale brasiliano. Non a caso, infatti, oltre all’approvazione di pubblico e critica, il disco ha ricevuto premi in Brasile e nel mondo intero.

Nó na orelha consacra definitivamente Criolo tra i grandi musicisti del Brasile che dal 2012 in poi vanta collaborazioni con nomi del calibro si Caetano Veloso, Seu Jorge, Milton Nascimento, Ney Matogrosso, Chico Buarque – durante la tournée  del 2012, Chico gli dedicherà un rap in risposta ad un video postato da Criolo sul web e che vi mostriamo nella nostra intervista – ma anche di grandi della musica internazionale come Mulatu Astatke, padre dell’ ethio-jazz.

Recentemente Criolo ha pubblicato due lavori, Duas de Cinco e Cóccix-ência, lanciati come colonna sonora ad un cortometraggio che prefigura una São Paulo del 2044 in piena decadenza. Non un augurio, ci tiene a precisare l’autore, ma piuttosto una provocazione che tenda a scuotere le coscienze.

Abbiamo incontrato Criolo a São Paulo lo scorso marzo (2014) durante una  mattina soleggiata e rumorosa. La conversazione, che ha toccato temi musicali, e non solo, è stata piacevolissima e, possiamo dirlo, ci ha confermato la grandezza morale, l’intelligenza, l’onestà intellettuale di questo grande artista, la sua straordinaria umanità e generosità. Eravamo già fan di Criolo, ma dopo quest’oretta passata insieme, è entrato definitivamente nei nostri cuori. Guardatevi la video intervista, ne vale veramente la pena!