Tra i più interessanti festival jazz del panorama europeo figura senz’altro l’EDPCOOLJAZZ che si tiene nella città di Cascais, in Portogallo, e che quest’anno taglia il traguardo della 15esima edizione.
Alla guida del festival c’è una brasiliana d’eccezione. Stiamo parlando di Karla Campos che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Como nasce a ideia do EDPCOOLJAZZ?
L’idea era quella di creare un festival diverso, apprezzato non solo per il programma unico grazie ai grandi nomi della musica jazz, blues, soul e pop, ma anche per saper offrire uno spettacolo confortevole, con una platea seduta all’aperto, in giardini o, comunque, in strutture che fanno parte del patrimonio culturale della città.
Durante gli anni siamo riusciti a guadagnare spazio e ad essere presenti nel mindset dei fans come uno dei festival che più si preoccupa con il pubblico grazie allo nostro sforzo per garantire una miglior esperienza d’ascolto.
In Portogallo sono molti i festival. Qual è il grande merito dell’ EDPCOOLJAZZ?
Nel EDPCOOOLJAZZ tutte le parti sono importanti, dagli artisti che invitiamo, agli spazi che scegliamo, al cibo e alle zone di relax. Il nostro è festival che dà priorità ad una platea seduta, alla prossimità e all’intimità del pubblico con gli artisti, garantendo due o tre concerti al giorno evitando esibizioni simultanee. Un altro fattore importante è l’accessibilità degli eventi. Per la 15esima edizione, infatti, abbiamo firmato accordi con Mobicascais e Cartão Jovem facilitando l’accesso ai nuovi recinti in Cascais. Vorrei far notare, inoltre, come la nostra maggior preoccupazione sia rivolta alla realizzazione di un festival ecosostenibile. Da quest’anno saranno implementate misure strategiche, come Strawfree e Ecocopo, volte a ridurre l’utilizzo di plastica. Inoltre, EDP, impresa tra i maggiori produttori di energia elettrica europei (n.d.r.), ricollocherà i livelli di CO2 consumati, come è accaduto l’anno scorso. Tutte queste misure hanno l’obiettivo di rispettare l’ambiente e di sensibilizzare tutti i visitanti al tema dell’ecosostenibilità.
Sei brasiliana ma vivi a Lisbona dall’età di quattro anni. In che modo questa pluralità culturale ti aiuta durante il tuo lavoro?
Con una visione più allargata del mondo, con una miglior capacità di comprendere le diverse culture e di assorbire il meglio che ognuna di esse offre, con le diverse esperienze di vita. Riassumendo, potrei dire che essere una brasiliana che e cresciuta a Lisbona mi ha permesso di acquisire una sorta di open mind. A parte questo, credo che quello che mi aiuti davvero sia il fatto di essere genuinamente fan della musica. La possibilità di offrire esperienze uniche è la cosa che più mi motiva. Il nostro motto è: Live Experiences, creating new emotions!
Come hai costruito il programma del festival?
L’EDPCOOLJAZZ, sin dalla prima edizione, si mantiene fedele al suo stile: jazz, soul, blues, pop. Quest’anno abbiamo creato due nuovi momenti artistici. Il primo è rappresentato dalle Cascais Lazy Sundays, ovvero delle esibizioni che si terranno tutte le domeniche del mese di luglio nei giardini della casa di Paula Rego. L’ingresso sarà gratuito. Avremo, poi, le Jazz Sessions che si terranno tutti i giorni del festival, poco prima dei concerti principali. Queste jazz session saranno tenute dai migliori talenti del jazz portoghese.
C’è qualche nome che avresti voluto aggiungere al programma di quest’anno?
Ho desiderato portare all EPDCOOLJAZZ ogni singolo artista di questa quindicesima edizione. Partendo da David Byrne che si presenterà con uno spettacolo totalmente sorprendente, passando per i Badbadnotgood, e poi Jessie Ware, Jordan Rakei, Gregory Porter, Sara Tavares, Dead Combo, la legenda viva Van Morrison e la preziosa Norah Jones. Inoltre, per la prima volta, proporremo una serata curata interamente da Salvador Sobral che avrà carta bianca per organizzare il tutto. Si, anche io sono molto curiosa di sapere cosa accadrà.
Guardando al Brasile, c’è qualche artista brasiliano che ti piacerebbe invitare al EPDCOOLJAZZ?
In quindici edizioni dell’EPDCOOLJAZZ ne abbiamo avuti tanti: Caetano Veloso e Gilberto Gil, Maria Bethânia, Marisa Monte, Gal Costa, Adriana Calcanhoto, Djavan, Maria Gadú, Filipe Catto. Credo che sia impossibile identificare appena un artista. Sono così tanti talenti ed ognuno e cosi unico.
Qual è il futuro del jazz, secondo te?
Considero il jazz come un genere in continuo aggiornamento. Ogni nuova voce rappresenta una parte di futuro e possiamo assistere a questo miracolo ogni giorno, grazie a internet. Oggi i classici sono obbligatori, ma lo sono anche le voci e i temi delle nuove generazioni.

