Criolo
Espiral de Ilusão
Oloko Records
2017
Prima o poi arriva per ogni artista brasiliano il momento di confrontarsi con il samba. Per Criolo, questo momento è arrivato alla soglia dei quarant’anni, si chiama Espiral de Ilusão e ha la forma di un disco, il quarto di una carriera brillante. Non è certo questa la prima volta che Criolo impatta con il genere ma fare un disco è un’altra cosa. Lo stesso artista afferma, “il samba non viene quando vuoi tu, ma solo quando il tuo cuore è pronto”. Visto il risultato, non si può che dagli ragione.
Espiral da Ilusão è sicuramente uno dei dischi di samba più belli che siano stati prodotti negli ultimi anni. Anche nel genere più brasiliano di tutti, Criolo è in grado di irradiare una musicalità raffinata e una poetica arguta, senza mai rinunciare ai temi che da sempre ne caratterizzano la rotta artistica. Anche nella leggerezza armonica del samba c’è spazio per una critica aspra a una società sempre più intollerante e indifferente verso i più deboli, al divario sociale delle periferie brasiliane. Il singolo che ha anticipato il lancio del disco, Menino Mimado, è l’espressione più nitida di questo malessere di cui Criolo contagia il samba. Il primo verso del brano (“Não, eu não aceito essa indisciplina / acho que você não me entendeu / meus meninos são o que você teceu / em resistência ao mundo que Deus deu” – No, io non accetto questa indisciplina /credo che tu non mi abbia capito /i miei bambini viziati sono quelli che tu hai creato / per resistere al mondo che Dio ci ha dato) è evocativo. Lo stesso Criolo ne parla in questi termini: “Non voglio credere che un essere umano non si preoccupa di un altro essere umano, non è possibile. Non possiamo lasciarci andare al rancore, alla rabbia, all’odio…Questa musica parla di quello che io non accetto.”
Ad ogni modo, i samba di Espiral de Ilusão sono dieci, di cui nove a firma dell’artista e, come linea di congiunzione con i lavori passati, vantano la produzione artistica di Daniel Ganjaman e Marcelo Cabral. Leggermente diversa è l’entourage di musicisti. “Guto Bocão è un grande maestro, un grande percussionista con una storia meravigliosa. Mauricio Basé, che conosco da anni, è molto speciale. C’è anche Alemão, che è molto giovane, ma è un grande percussionista anche lui. E poi c’è Ed Trombone, Fernando Bastos, Gian Correa alla chitarra a sette corde – quest’uomo è meraviglioso – e Ricardo Rabelo, di Grajaú…Sto imparando molte cose insieme a loro.” Nel gruppo di lavoro, ovviamente va inserito anche Elifas Andreato, l’artista che ha disegnato la copertina di questo lavoro e che già ha collaborato con artisti del calibro di Chico Buarque, Martinho da Vila, Paulinho da Viola.
Dal punto di vista strettamente musicale, il genere di samba, durante tutto il disco, si sposta da nuances squisitamente carioca a inclinazioni più metropolitane care ai sambisti di São Paulo come fu Adoniran Barbosa. In Filha do Maneco, ad esempio, Criolo una pronuncia della erre ben marcata come fanno tipicamente i discendenti di italiani – Adoniran Barbosa era di origine italiana – mentre il cavaquinho di Dilúvio de Solidão proietta immediatamente l’ascoltatore sui morros di Rio de Janeiro.
L’uscita del disco è stata accompagnata, oltre che da un videoclip del brano Meninos Mimados, anche dalla pubblicazione, sul sito dell’artista, di una rivista – pare a cadenza semestrale – realizzata grazie al lavoro dell’agenzia Codec Uxbar. Nella rivista è possibile leggere un’interessante intervista a Criolo su questo ultimo lavoro che, come sempre è disponibile sia nella versione fisica che in quella digitale, scaricabile gratuitamente a questo link.

