É strano pensare che oggi Vinicius compirebbe 100 anni, soprattutto se penso che aveva un animo estremamente gioviale. Quando ci siamo sposati a Parigi, nel 1978, tutti rimasero allibiti per la nostra differenza d’età di quai quarant’anni, tranne io che nonostante lo trovassi molto incosciente sapevo che il suo charme era proprio quello. Vinicius si donava alla vita, rischiava molto, non aveva paura ed era sempre in cerca dell’amore perfetto! Ogni volta, si lasciava tutto alle spalle e si impegnava in un nuovo amore. Io sono sempre stata più con i piedi per terra, nonostante fossi così giovane. Dopotutto ero giovane anche quando mi lasciò vedova a 28 anni!

Sono stata una sua ammiratrice sin da bambina. Ammiravo la sua poetica, le sue canzoni e spesso, quando lo vedevo sui giornali o in TV, dicevo “Quando mi sposerò, lo farò con un uomo come lui”, causando grande spavento in mia madre che ribatteva “chiudi quella bocca! Quell’uomo, nonostante sia un eccellente poeta (anche lei era una poetasse amatoriale) è un ubriacone, un rovina famiglie!”. Ma anche lei ha finito per cedere al suo fascino (gli faceva addirittura dei dolci senza zucchero, dal momento che Vinicius era diabetico). Con sorpresa di tutti, anche mia, quest’uomo si è innamorato di me e io di lui e abbiamo vissuto intensamente i pochi anni che il destino ci ha riservato.

Spesso penso a come starebbe oggi Vinicius con 100 anni sulle spalle e penso a lui in questo Brasile devastato dalla corruzione e da politici mediocri. Poco prima di morire aveva idealizzato il suo quadro politico ideale:

Presidente della Repubblica: Jaime Lerner
Ministro della Cultura: Chico Buarque
Ministro degli esteri: Otto Lara Resence
Ministro della Salute: Clementino Fraga Filho o Paulo

E così via!

Tutti questi grandi nomi erano suoi amici ma, prima di tutto, grandi brasiliani.

Garota de Ipanema pelo mundo

Vinicius rimaneva intere ore nella vasca da bagno – dove peraltro ha esalato l’ultimo respiro – pensando a questo e ad altri sogni, come alla cura del diabete (patologia che ha finito per ammazzarlo), alla giustizia tra gli uomini, alla fine delle disuguaglianze sociali in Brasile…insomma, è stato un grande brasiliano che ha portato il nome del Brasile in ogni angolo del mondo per il quale è passato, attraverso la sua musica e la sua poesia indimenticabili.

A volte, quando incontravo i miei amici Enrica e Michelangelo Antonioni, tra cui c’era più o meno la stessa differenza di età che la nostra, ero invidiosa pensando in come saresti stato, già più vecchio, e pensavo che avremmo avuto una relazione molto simile a quella della coppia italiana.

C’erano due tratti nella personalità di Vinicius che mi affascinavano: in primo luogo, la generosità. È stato l’essere più generoso che abbia mai conosciuta e diceva che la cosa peggiore del mondo era l’avarizia, che perdeva solo contro la maleducazione che lui aborriva. Diceva che chi era avaro con le cose, lo era anche con i sentimenti.

Il secondo tratto del suo carattere era il senso dell’umorismo. Diceva spesso che, in certe situazioni, preferiva una persona senza carattere ad una persona senza senso dell’umorismo!

A volte cammino per la Lagoa e mi viene in mente la canzone che ha fatto con Toquinho e che cantava nelle tournées infinite che facevano per il Brasile e che recitava così:

Nós vamos pelas rotas do Brasil
nós somos os quatro mosqueteiros musicais
cantamos com empenho varonil
prás meninas, coroas e mocinhas virginais
nós somos Athos, Portos, Aramis e D’Artagnan
vivemos uma vida bem feliz e folgazã
os quatro mosqueteiros musicais
Azeitona, Mutinho, Toquinho
e o Vinicius…. e o Vinicius…. e o Vinicius de Moraes

 

Il testo in alto è stato scritto per il giornale Estado de São Paulo e ci è stato inviato gentilmente da Gilda perché potessimo tradurlo e condividerlo con tutti voi.