Si è appena conclusa la tredicesima edizione del Grammy Latino che, quest’anno, ha visto come grande protagonista  Caetano Veloso, insignito del premio Latin Recording Academy Person of the Year come coronamento di una carriera ricca di successi. L’artista brasiliano ha segnato, infatti, intere generazioni, tra Tropicalismo ed esilio,  transamba e transrock, in un percorso squisitamente filantropico che va avanti da oltre 40 anni. Prima di Caetano, solo Gilberto Gil, compagno di una vita, aveva avuto l’onore di ricevere tale prestigiosa onorificenza.

La festa di Caetano, però, non si ferma al premio come personaggio dell’anno. La Latin Recording Academy,  infatti, ha voluto premiare il disco Especial Ivete, Gil e Caetano come miglior disco di música popular brasileira. Nella stessa categoria concorrevano Maria Rita con Elo, Leila Pinheiro con Raiz, Marisa Monte con O Que Você Quer Saber de Verdade, Ivan Lins con Amorágio, João Bosco con João Bosco 40 anos depois e Maria Bethânia con Oásis. Il titolo di miglior album pop è andato, invece, a Seu Jorge con Música Para Churrasco Vol. 1 che si è imposto sui dischi di Mart’nalia, Rita Lee, Céu e Zélia Duncan. Come miglior album rock, invece, è stato premiato Celebração e Sacrificio di Beto Lee mentre Só danço Samba ao Vivo di Emílio Santiago si è aggiudicato il premio come miglior lavoro di Samba/Pagode. Per la categoria di musica sertaneja il premio è andato a Chitãozinho & Xororó mentre Dominguinhos, con Iluminados, ha vinto il premio come miglior disco di musica di radici. Il titolo di miglior canzone è andato a Querido Diario di Chico Buarque.

Un rientro a casa senza premi è stato quello di Lenine il cui Chão non è riuscito ad aggiudicarsi né il premio per la miglior produzione discografica nè quello come miglior canzone con Amor É Pra Quem Ama.