Rumore. Suono. Per Hermeto Pascoal, nessuna differenza, due facce della stessa medaglia. In questo senso, l’albino pazzo, come lo chiamava Miles Devis, nasce musicista e compositore, considerando egli stesso il suo primo vagito come la sua prima vera composizione, perché, a suo Hermeto, l’essere musicista è uno stato di spirito che si raggiunge nello stesso istante in cui si viene alla luce. L’artista alagoense – dello stato di Alagoas – ne è la prova. Da quel vagito, infatti, l’albino pazzo non si è più fermato. Da bambino, era solito costruire pifferi in canna con i quali suonava per gli uccellini o, ancora, usare i ferri vecchi del nonno fabbro per costruire improbabili strumenti a percussione sui quali si dilettava per intere giornate. Quelle ferraglie, diventeranno più tardi bambole, calici di birra, caraffe di metallo e fulgida barba che il genio albino suonerà sui più importanti palchi di tutto il mondo con la naturalezza tipica dei geni.

Hermeto Pascoal e Pietro Scaramuzzo

Hermeto Pascoal e Pietro Scaramuzzo

A conferma di quella genialità congenita, poi, c’è quella particolare attenzione che il piccolo Pascoal rivolgeva alla cadenza dei dialoghi, a certe inflessioni di pronuncia che conferivano all’eloquio degli adulti le caratteristiche proprie del canto. Tale intuizione si concretizzerà nel cosiddetto som da aura – suono dell’aura -, un autentica innovazione in fatto di musica contemporanea. Secondo Hermeto, infatti, è il parlato il vero canto dell’uomo. E ad ascoltare i lavori fatti sulle voci dei telecronisti Osmar Santos in Tiruliru e José Carlos Araújo in Parou, parou, parou e, ancora, con l’attore Mário Lago, non è difficile credergli.

Hermeto Pascoal è accanito sperimentatore, instancabile ricercatore di sonorità non ancora esplorate, eccentrico suonatore di barba, pentole e padelle, ma anche virtuoso polistrumentista e profondo conoscitore della teoria musicale, capace di mescolare innovazione e tradizione con geniale semplicità, con religiosa dedizione. Come egli stesso afferma, infatti, la musica è la sua religione ed egli è musicista universale libero da ogni definizione di genere. In questo senso vanta collaborazioni con un universo eterogeneo di musicisti fatto di jazzisti, maestri della bossa nova e grandi nomi della mpb. Per citarne alcuni, nel 1978 Pascoal si esibisce sul palco del I Festival Internacional de Jazz di São Paulo con Chick Corea , John McLaughlin e Stan Getz, mentre l’anno successivo, al Festival di Montreaux, regala al pubblico una performance con Elis Regina. Ci sono poi le collaborazioni con Airto MoreiraFlora PurimAntonio Carlos JobimGil Evans e Miles Davis, con il quale partecipò alle registrazioni del disco Live-Evil.

Hermeto RomaL’anima di compositore di Hermeto è di fondamentale importanza per capire un personaggio tanto complesso quanto geniale. Il canuto musicista è, probabilmente, tra i più prolifici compositori mai esistiti. Le sue composizioni sono difficilmente enumerabili. Per fare un esempio basta ricordare il celebre Calendario do Som, una raccolta di composizioni, una per ogni giorno, che ricoprono l’arco temporale che va dal 23 giugno 1996 al 22 giugno 1997.

Oggi Hermeto si esibisce con la sua compagna Aline Moura portando in giro per il mondo la sua musica e la sua filosofia di vita. uando si parla con questo grande musicista, si ha l’impressione di trovarsi in un mondo più buono, più pacifico. Hermeto è contagioso. Basta ascoltarlo per sentirsi pervaso da quella calma che da sempre lo caratterizza, dalla pace di spirito di cui gode. A guardarlo bene, l’albino louco, sembra un santo venuto per raccontarci il mondo, e i suoni del mondo,  un genio capace di mostrarci il lato nascosto  della musica.

No, Hermeto Pascoal, non è solo un musicista, nè un mero compositore. L’albino pazzo è un profeta in musica, un personaggio complesso e poliedrico che difficilmente può essere spiegato nel tempo di una intervista o nelle poche battute di un articolo.

Dopotutto non è un caso se Miles Davis disse “Se dovessi rinascere, vorrei essere Hermeto Pascoal“.