Settembre 2016
Dopo due ore di attesa per la mia coincidenza da Lisbona, trascorsa ascoltano le storie di una pernambucana, finalmente annunciano l’imbarco per il nostro volo, il mio volo: TP0023 da Lisbona per Salvador sulle ali di Tap Portugal!
Il mio turno era arrivato. L’hostess della TAP, mostrandole la carta di imbarco, mi indica il corridoio da seguire per raggiungere il mio posto. Non appena seduta, già mi sentivo a casa: la trovata del jingle con quella musica dai suoni che mi erano familiari, i sorrisi dei musicisti durante il ritornello De braços abertos già mi proiettavano al mio ritorno a casa!Durante il volo mi sono preparata dentro e fuori, per abbracciare la terra che non vedevo da 4 anni: mi preparavo ad accoglierla per essere accolta. Perché Bahia è così e solo chi c’è stato e chi l’ha vissuta per davvero può comprenderla. Dopo un paio di film, coccolata dalla mia poltrona in pelle, atterriamo a Salvador. Scesa dall’aereo, un odore di salsedine mi aveva già rapita! La fila per il controllo dei passaporti era lunga, ma nulla mi distoglieva dal mio pensiero fisso: essere riuscita finalmente a tornare.
Il funzionario della polícia federal mi guarda con aria divertita e dopo aver apposto il timbro sul mio passaporto, me lo riconsegna aggiungendo “Bem vinda, Cristina. Salvador estava te esperando!. Il funzionario aveva intravisto il mio visto di studio 2012 e, ancora una volta, Salvador mi stava salutando così come l’avevo lasciata: in festa. Recuperati i miei bagagli, corro verso l’uscita, perché sapevo che c’era lei, la mia amica, la mia metà brasiliana ad attendermi.
Quella notte, mi bastò solo bere un succo di mango vicino al Farol da Barra per sentirmi FELICE, pur assaporando quel po’ di saudade che, quando si sbarca in Brasile, non ha né inizio né fine, non ti dà nessun preavviso, forse bussa, quando ti trovi ancora nell’altra metà del mondo, ma non te ne accorgi perché presa dai rumori della routine. Ma quando risuona in te, l’unica cosa che puoi fare è lasciarti travolgere.

