Ogni volta che vado a São Paulo mi piace perdermi tra le strade da Vila Madalena, tra i tavoli dei botecos, tra la moltitudine di artisti che popolano la capitale economica del Brasile. Adoro scovare ed ascoltare soprattutto quegli artisti che hanno molto da dire ma che, per un motivo o per un altro, ancora non hanno lo spazio che meritano sul mercato discografico.

Imparando a sambare

Imparando a sambare con Lupa

Durante il mio ultimo viaggio, a marzo, ho avuto il piacere di conoscere tale Lupa Mabuze. Non ne avevo mai sentito parlare e, in tutta sincerità, le nostre strade si sono incrociate non per la musica, ma grazie a quella che potremmo definire proprietà transitiva dell’amicizia. Per la serie i tuoi amici sono i miei amici.

Eravamo in un locale chiamato Roda Viva – ogni riferimento a Chico Buarque è tutt’altro che casuale- e tra una birra e um sambinha cheio de bossa, Lupa mi ha parlato della sua carriera musicale. É chiaro che con la musica ad alto volume (tra l’altro, rigorosamente dal vivo) il dialogo musicale è stato sopraffatto dalla mia voglia sfrenata di imparare il passo base del samba. Lupa me l’ha insegnato e siamo diventati amici. Di musica s’è parlato poco e siamo tornati a casa brilli e felici.

Ho rivisto Lupa poco prima di tornare in Italia e nel momento di congedarsi mi ha lasciato due dischi.
Oggi mi sono messo a catalogare i titoli che mi portavo dietro da São Paulo, ho rivisto il disco di Mabuze e ho deciso di ascoltarlo.
Il disco si intitola D-Bem – titolo decisamente adeguato per un artista così di buon umore come Lupa – ed è stato prodotto nel 2006 dalla Circuito Musical – la stessa che produce Toquinho, per intenderci.
Sin dalle prime note si evince un sound originale e fresco che per certi versi ricorda Djavan, per altri quello di Stevie Wonder. Ovvio, il background musicale è sicuramente brasiliano ma gli elementi soul non mancano, così come non mancano rapide incursioni di chitarra elettrica e di tastiere.

La voce, poi, è il punto forte del disco. Rotonda e potente, versatile e misurata. Le composizioni, tutte di Lupa, sono briose,  solari e godibilissime.

In definitiva,  posso dire che Lupa Mabuze andrebbe conosciuto. Certo probabilmente il Brasile è pieno di talenti di pari livello e spero di incontrarli nei prossimi viaggi brasiliani. Per ora, provate ad ascoltare questo talento nascosto nella moltitudine paulistana e fateci sapere se vi piace.