Luzia Dvorek
Luzia
2011
Al florido bouquet di voci femminili che il Brasile offre, si aggiunge un altro bel fiore. Luzia Dvorek, paulistana, lancia il suo album d’esordio registrato nello studio Ilha dos Sapos di Carlinhos Brown, sotto la guida del produttore Alê Siqueira. Il titolo è appena il nome dell’artista, Luzia. La copertina, invece, oltre al volto della bella cantante, presenta un’esplosione di colori. Tanti, quanti quelli che il canto dell’artista offre.
Il lavoro si compone di dodici tracce, tra inedite e cover, che ondeggiano fiere nel placido oceano della musica brasiliana d’autore. Il repertorio è quantomai variegato e si sposta dal bellissimo xote di Dominguinos De Amor Eu Morrerei, allo choro in salsa mpb di Choro das Águas, celebre brano della prolifica coppia Ivan Lins – che pure registra il brano – e Vitor Martins. Tra l’altro, quest’ultimo brano, vanta il pianoforte del bravissimo André Mehmari, che non è il solo grande artista a partecipare al disco. La Dvorek, infatti, ha la fortuna di avere alle percussioni Carlinhos Brown in Ouro e Sol e Cantiga de Menina, mentre lo stesso Brown firma il brano Pestaneja. L’eclettico Marcelo Jeneci, invece, arricchisce con le sue tastiere i brani Amador e De Amor eu Morrerei, già citato in precedenza.
Per essere un disco d’esordio, insomma, Luzia Dvorek parte a tutto gas, non solo per le partecipazioni importanti, né solamente per i brani godibilissimi, ma anche e soprattutto per la sua voce delicata, per la sua immensa versatilità, per la sua bravura nel passare da uno stile all’altro senza eccessive forzature. Ecco, se questo è il suo disco d’esordio, siamo ansiosi di ascoltare i suoi prossimi lavori.