Io sono il Brasile meno conosciuto dal Brasile. Questa era la frase che Naná Vasconcelos, uno dei più importanti musicisti che il mondo moderno abbia conosciuto, era solito pronunciare durante i suoi concerti. A due anni dalla sua morte, viene da pensare che Naná, in realtà, sia stato il Brasile dimenticato troppo in fretta. Oggi, infatti, l’eredità che ci ha lasciato, tra cui la riscoperta del maracatu, è stata calpestata.

Per capire a fondo la questione, però, è necessario partire dal principio, ovvero dalle origini del più antico ritmo afro-brasiliano, che si fanno risalire al diciottesimo secolo. Nato con l’esigenza di rendere omaggio alle divinità del sincretismo religioso brasiliano, il maracatu veniva suonato per le strade del Pernambuco in cortei (o cortejos), definiti Nações de Maracatu. Trascendendo dalla sfera religiosa, le Nações de Maracatu possono essere assimilabili, fatte le debite proporzioni, alle scuole di samba di Rio de Janeiro e São Paulo. I cortejos pernambucani però, a differenza delle scuole si samba, sono andati incontro a un costante impoverimento, tanto che, a un certo punto della storia, si è corso il rischio che questa realtà si estinguesse definitivamente. Naná Vasconcelos entra in gioco in questo esatto momento: grazie a un’operazione di recupero e di preservazione della cultura afro-brasiliana è riuscito a ridare centralità alle Nações do Maracatu negli equilibri della città di Recife e del Pernambuco intero. L’operazione di recupero e di valorizzazione del maracatu, iniziata circa quindici anni fa dal percussionista, ha prodotto risultati considerevoli nel corso del tempo, tanto che i lavori di preparazione scandivano la vita degli abitanti della città per l’intero anno, intensificandosi a ridosso delle celebrazioni del carnevale. La presenza di Naná nei vecchi quartieri della città era un momento di festa e di celebrazione, atteso con ansia da tutti i percussionisti oggi depositari dell’eredità di Naná.

Il giovedì che precede il carnevale, secondo i riti vasconcelliani, il musicista riceveva nella sua casa tutti gli artisti invitati a prendere parta al carnevale. Il venerdì, il lavoro di un intero anno si manifestava in tutta la sua bellezza durante l’apertura di uno dei carnevali più imponenti e importanti del Brasile, in un trionfo di toques di tambores, alfaias, ganzás e abês. Per quindici anni, ogni anno, i riti, gli appuntamenti, si sono ripetuti allo stesso modo sotto la guida di Naná. Il rito non è stato disatteso nemmeno quando Vasconcelos ci ha lasciati. Anche in quell’occasione, la città ha voluto rendere omaggio al grande percussionista.

Il 2018, però, ha riservato brutte sorprese. L’amministrazione comunale di Recife ha deciso, senza dare ulteriori spiegazioni, di rimaneggiare completamente le celebrazioni del carnevale, spostando i cortejos delle Nações de Maracatu al giovedì e affidando l’apertura del carnevale ai gruppi di frevo. A divulgare la notizia è stata la moglie di Naná, Patricia Vasconcelos, che già l’anno scorso aveva diretto l’organizzazione dell’omaggio al musicista brasiliano e che abbiamo raggiunto al telefono per avere una testimonianza diretta di cosa stava succedendo a Recife. Il lavoro di Naná, sostiene Patricia, è stato declassato senza troppi complimenti: si tratta di una vera e proprio retrocessione culturale per la città di Recife, per il Pernambuco e per il Brasile tutto. Spostare i cortejos di maracatu al giovedì, ovvero alla vigilia dell’apertura del carnevale, significa tradire la memoria di Naná che, nel corso degli anni, si è sempre battuto perché le Nações de Maracatu aprissero il carnevale, senza mai scendere a compromessi. Non solo. Il giovedì che precede il carnevale è il giorno meno nobile dal punto di vista della visibilità mediatica. In quella data gli organi di stampa sono impegnati a preparare la copertura del venerdì. Si tratta di un tentativo di cancellare la storia che il percussionista brasiliano ha scritto, rincara Patricia. Ovviamente, l’attacco di Patricia non è rivolto direttamente al Frevo, altro ritmo importantissimo nel contesto pernambucano, che sarà protagonista dell’apertura del carnevale di Recife. Tutte le espressioni culturali di Pernambuco, sostiene Patricia, vanno valorizzate e mantenute vive, ma non c’è niente che giustifichi una decisione che penalizza una tradizione ormai decennale.

Nel momento in cui scriviamo, i giochi del carnevale saranno già stati fatti. L’eredità che Naná aveva lasciato alla città di Recife, al suo Pernambuco, è stata dimenticata da molti e, allora, tornano alla mente le amare parole che Naná ripeteva a Patricia: sarei dovuto nascere in Bahia. Dopotutto, il più famoso degli stati del nordest brasiliano non ha mai dimenticato i propri figli.

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Naná Vasconcelos e l'eredità tradita delle Nações de Maracatu
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Naná Vasconcelos e l'eredità tradita delle Nações de Maracatu
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Nana Vasconcelos, tra i piú importanti musicisti brasiliani, ha riscoperto le Nações de Maracatu che oggi rischiano di essere dimenticate
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