O Real Resiste

Arnaldo Antunes
O Real Resiste
Altafonte
2020

Se si guarda per un istante al titolo sulla copertina del nuovo disco di Arnaldo Antunes, O Real Resiste, scritto come segno di resistenza di un prigioniero in una cella, viene subito alla mente una parola che si oppone al concetto espresso: surreale. Surreale è lo tsunami sociopolitico che sconvolge il Brasile ormai da tempo, surreale è l’ondata di violenza che sconvolge le strade verdeoro, surreale è la classe politica corrotta e interessata. Ed è a questo universo che le musiche di Antunes, 10 in tutto, si oppongono in modo poetico e sorprendente.

Perchè al caos e al frastuono che scuotono il Brasile, il musicista paulistano oppone melodie soavi, a volte minimaliste, che appena si increspano, di tanto in tanto, sulla ritmica della chitarra come in Na Barriga do Vento, il brano che Arnaldo Antunes dedica a sua figlia Celeste. In questo senso, la dimensione familiare, domestica, intesa come rifugio sicuro è assai presente nell’intero lavoro. Brani come Luar Arder, bellissimo mantra a due voci , e la romanticissima De Outra Galáxia composte a quattro mani con la compagna Marcia Xavier.

Ma lo sguardo poetico di Arnaldo Antunes non è soltanto rivoltu al proprio mondo. Da sempre attento all’universo che lo circonda – ricordiamo il disco Já é ispirato dal suo viaggio in India –  questa volta il musicista dedica due brani all’universo indigeno che, nel surreale brasiliano, rischia di collassare sotto i colpi di una politica intollerante verso le minoranze. Língua ÍndiaDia de Oca sono il canto in difesa del patrimonio culturale brasiliano di cui Arnaldo si fa portavoce.

 

Il brano che più di tutti, però riesce a riassumere il filo conduttore dietro a questo disco è, ovviamente, O Real Resiste. Affidato a un susseguirsi serrato di accordi, la costruzione del testo di Antunes sembra ispirata direttamente dal Teatro dell’Assurdo in cui si nega, di verso in verso, l’esistenza di razzismo, autoritarismo, xenofobia, terrapiattismo, fondamentalismo perchè a tutto questo il reale resiste.

Come è facile intuire, non mancano nel disco momenti disimpegnati dal punto di vista politico. João, composta a quatto mani con Cézar Mendes è una bossa nova delicatissima che se da un punto concettuale si distacca appena dal resto del disco, dal punto di vista stilisco mantiene intatto lo spirito lirico di questo lavoro. Sulla stessa linea anche Devagarinho sostenuta dal piano di Daniel Jobim.

Se ogni musica merita di essere ascoltata singolarmente più di una volta, è nella sua completezza che O Real Resiste mostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, il grande spessore artistico di Arnaldo Antunes che  resta ancora uno dei musicisti più affascinanti che il Brasile offra. Poter apprezzarne l’opera è un privilegio!