
Anelis Assumpção
Taurina
Pomm_elo / Scubidu
2018
Per linea diretta di sangue, ad ereditare la dote paterna, Serena e Anelis. La prima, durante la breve vita ha contribuito in modo massiccio non solo alla divulgazione dell’opera paterna ma anche alla creazione di raffinati momenti musicali tra cui il disco, pubblicato postumo, Ascenção.
Sulla stessa scia di Serena, Anelis si è sempre nutrita di musica, prima cantando come backing vocal durante gli spettacoli di Itamar, successivamente pubblicando, dal 2011 ad oggi, tre dischi inediti che, in modo graduale e costante, hanno consolidato la carriera della cantante a cui oggi si riconosce un grandissimo spessore artistico e il rispetto, assolutamente dovutole, di pubblico, critica e colleghi.
L’ultimo lavoro della Assumpção, Taurina, ha visto la luce da poche settimane e, nonostante possa per certi versi ricollegarsi al precedente Anelis Assumpção e os Amigos Imaginarios, si presenta più maturo soprattutto quando le composizioni si inoltrano in temi ispidi come quello del maschilismo e della violenza contro le donne. La robustezza sonora di Taurina però non si piega mai alla durezza sterile. Tutt’altro. Molti sono i momenti in cui il disco si abbandona a tematiche che, per intrinseca natura, richiedono dolcezza. Il sentimento di perdita e quello di saudade sembrano costanti nell’opera della Assumpção che, nonostante tutto, riesce a strappare il velo di malinconia per offrire una prospettiva armonica, colorata. Cosa ha ispirato il disco Taurina e perché hai scelto questo titolo?
Mi sono ispirata a tutto quello che stava succedendo intorno a me. Ovviamente, la scomparsa di mia sorella mi ha scosso profondamente e, allo stesso tempo, ha catalizzato il mio processo compositivo contribuendo in maniera significativa a costruire questo disco. Per quel che riguarda il titolo, mi piace considerare Taurina come una sorta di donna animalesca, cercando di trascendere dalla sfera prettamente astrologica. Taurina, in definitiva, è un entità capace di donarsi, di porsi domande e in grado di godere della propria esistenza.
Sono passati quattro anni dal disco Os Amigos Imaginários. Com’è cambiata Anelis in questo periodo di tempo?
Sono successe un’infinità di cose, di momenti significativi. Nel frattempo sono stata sottoposta ad un naturale processo di maturazione e ad un altrettanto naturale processo di regressione. Dal punto di vista artistico mi sento sicura nell’affermare che non sono una appena una cantante, ma che canto. Come donna, ho incontrato altre forme di sessualità, altri modi di intendere il mio corpo e quello delle persone che mi circondando. Il mio spirito femminista è oggi più maturo. Sono più combattiva. Qual è il tuo background musicale?
Ascolto molto reggae. È sempre stato così. Ultimamente, poi, sono molto affascinata dalla musica africana. A parte questo, leggo, soprattutto poesie.
Come sono nate le collaborazioni con João Donato, Céu, Russo Passapusso, Liniker, Ava Rocha, etc.etc.?
Céu, oltre ad essere una mia cara amica, è una delle artiste con cui collaboro da più tempo. La stessa cosa di può dire per Russo Passapusso con cui abbiamo condiviso più volte lo stesso palco e la sala d’incisione. Oggi siamo molto vicini, soprattutto da quando si è trasferito a São Paulo. La collaborazione meno scontata del disco è quella con João Donato. Ricordo che tempo fa mi aveva mandato un email con una musica chiedendomi che ne scrivessi il testo. L’idea era quella di inserire il brano nel suo disco, ma quando ho iniziato a lavorare a Taurina gli ho chiesto l’autorizzazione per inserirlo nel disco. Nel disco trovano spazio due persone importanti nella tua vita. La prima è tuo padre che citi nel brano Receita Rapida. Qual è l’eredità che Itamar ti ha lasciato?
Sicuramente la voglia di fare musica e di comporre. Porto con me i miei ancestrali, nella meravigliosa e dolora missione di offrir loro l’eternità. Credi che la scena musicale paulistana attuale ricordi, in un modo o nell’altro la scena che vinde nascere la Vanguarda Paulista?
No. Viviamo un momento storico ben diverso da quello che vide nascere la Vanguarda. Oggi la scena paulistana è decisamente più variegata, pluralista e offre più possibilità per farsi notare, nonostante la scena musicale e artistica sia notevolmente più diluita rispetto al passato. Inoltre non esiste una univocità di linguaggio che, per certi versi, considero una cosa positiva. São Paulo oggi è probabilmente il centro musicale più importante del Brasile. In che modo questa città ti influenza?
Sul piano creativo, la città di São Paulo sa offrire tutto quello che il Brasile può offrire. È una città così complessa e multiforme che è un dovere, per l’artista, non limitarsi all’ovvio. Dopotutto viviamo nella più grande città dell’America Latina. La seconda persona importante che appare nel tuo disco è tua sorella Serena. Raccontaci i brani Flor de Jasmin e Gosto Serena. Nel 2011 Serena mi mandò un e-mail con il testo di Chá de Jasmin. Ci ho messo molto tempo prima di avere il coraggio anche solo di pensare di lavorare su quel testo. Ci sono riuscita dopo un anno dalla sua dipartita scrivendone la musica. Parallelamente a questo, ad un certo punto ho sentito il bisogno di esternare quanto mi mancasse mia sorella. Gosto Serena è una lettera che le ho scritto nella speranza che possa leggerla da un altro posto. È evidente che uno dei temi affrontati dal disco è quello della perdita. Credi che la musica possa essere una cura per il dolore?
La musica è un miracolo. Ci cura e ci coccola. È il mistero che rincorriamo per poterci sentire meglio in questa vita La società e la politica brasiliana stanno attraversando un periodo decisamente burrascoso. Come immagini il futuro del Brasile?
Mi piace credere che ci sia sempre una ragione per spiegare il caos. Non è la prima volta che ci troviamo in una tempesta come questa. E non sarà l’ultima. Il mondo intero sembra impazzito. L’unica arma a nostra disposizione è affrontare questo periodo con intelligenza. Il futuro del Brasile è un vetro appannato. Non ci resta che lottare e avere fede. Qual è secondo te il ruolo che la musica ricopre in un contesto come questo?
Credo che l’arte, nell’accezione più ampia del termine, ricopra senz’altro un ruolo importante, pur non essendo mai responsabile del cambiamento. La musica è appena un coadiuvante capace di risvegliare le coscienze. Lo è sempre stato. La cosa importante, però, è non fermarsi a questo concetto teorico ma fare in modo che si passi alla parte pratica. Il disco Taurina è uscito da poco. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Mi piace non creare grandi aspettative. Il disco è stato accolto molto bene sia dalla critica che dal pubblico e questo, per me, è già una grande vittoria. Persevero posizionando un mattoncino sull’altro per continuare il lavoro iniziato dai miei ancestrali.
Summary

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Anelis Assumpção si racconta nel bellissimo disco Taurina
Description
Taurina, l'ultimo disco di Anelis Assumpção, è il racconto di una vita, tra amore e dolore. Ce lo racconta la protagonista in questa bellissima intervista
Author
Pietro Scaramuzzo
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Nabocadopovo.it
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