Tra le pagine di un libro di Jorge Amado possiamo leggere:

Baiano significa colui che nasce a Bahia, che ha avuto questo immenso privilegio; ma significa anche una forma mentis particolare, una certa concezione di vita, quasi una filosofia, una forma determinata di umanismo. Ecco perché uomini e donne nati in altri luoghi, a volte longiqui, si sono riconosciuti baiani non appena toccata la riva di questo mare di pescherecci, l’habitat di questo popolo di grande resistenza e di grande gentilezza”.

Salvador da Bahia rispecchia e risuona così nell’animo di chi, come tanti oggi, si riconoscono in questa terra ma soprattutto in questo popolo. Perché questa forma mentis risuoni in noi è necessaria un’immersione completa all’interno di questa realtà, vivendo e convivendo con il popolo.

 frutaQuando si viene ospitati nelle case dei baiani, quello che non manca è a comida: una delle più ricche cucine del mondo, dopo quella italiana, sicuramente è quella brasiliana. A donare questa abbondanza è la natura stessa che ha offerto ai brasiliani qualsiasi tipo di frutta da quella ‘classica’ (che possiamo incontrare anche sulle tavole degli italiani) come pera e mela, a quella più tipicamente brasiliana come cocco, mango, papaya, maracujá, melone, anguria, fragole, cajá, cupuaçu, cacao e le più diverse varietà di banana. Qui la chiamano banana da terra: ha un colore piùbrigadeiro chiaro di quella che solitamente si può vedere nei mercati ortofrutticoli italiani; lascia in bocca un sapore  dolce che solo il Brasile riesce a regalarle, probabilmente perché è la frutta più genuinamente, come direbbe Oswald de Andrade, brasiliana . Questi frutti imbandiscono le tavole dei baiani per la colazione, il tutto accompagnato da una varietà di dolci al cioccolato con un ingrediente che non manca mai: il latte condensato. Questo stesso ingrediente è utilizzato soprattutto per cucinare uno tra i dolcetti più tipicamente brasiliano: il brigadeiro. Un mignon preparato con il latte condensato, il cacao in polvere e tutta una serie di decori dai più svariati colori spolverizzati su ogni brigadeiro rallegrano le giornate dei baiani rendendole più piacevoli e più dolci…

acaraje no mam…A salare le serate dei baiani c’è invece l’acarajé, riconosciuto come bene culturale dall’Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale (Iphan) brasiliano. È composto da una pasta di fagioli del tipo feijão-fradinho (il nostro fagiolo bruno con occhio nero), cipolla e sale, fritta nell’olio di dendê, una palma del nord-est del Brasile. Una volta fritta, la pasta acquista consistenza ed è generalmente riempita o accompagnata da peperoncino, gamberetti, vatapá, caruru e un’insalata di pomodorini.

Terra di mistura e di sincretismo, Salvador lascia gustare questa mistura anche e soprattutto nella sua cucina.  L’acarajé è un piatto,mam-2 infatti, tipico della cultura culinaria afro-brasiliana, è cibo rituale del Candomblé per alcuni dei suoi Orixás e oggi identifica la tipologia di street food preparato e confezionato dalle baiane che il popolo e turisti amano assaporare al MAM, il Museo di Arte Modera, di Salvador ascoltando della buona musica jazz o della buona bossa nova jazzata da artisti locali, il tutto ‘condito’ dallo scrosciare delle onde sugli scogli…

Todo mundo gosta de acarajé
Todo mundo gosta de abará