O disco do ano

Zeca Baleiro
O disco do ano
Som Livre
2013

Che Zeca Baleiro non si riconosca in nessuna definizione di genere musicale lo si sapeva già dai tempi di Por Ande Andara Stephen Fry?– album d’esordio dell’artista maranhense – ma che questo potesse spingerlo a creare un lavoro così eterogeneo probabilmente non tutti se lo avrebbero previsto. O Disco Do Ano, ultima fatica discografica di Baleiro è, infatti, quanto di più eterogeneo si possa ritrovare sul mercato discografico, non solo in fatto di suoni, ma soprattutto in fatto di genere musicali. Ogni traccia sembra essere partorita dalle menti di più artisti eppure ognuna è il frutto del solo estro creativo di Zeca Baleiro coadiuvato dalla bravura di quindici produttori – più di uno per ogni brano del disco -.

Il risultato è un pot-pourri di suoni e arrangiamenti che, per quanto differenti, trovano un certo equilibrio nel progetto del maranhense. Chitarre elettriche, ukulele, zheng e sintetizzatori si armonizzano con grazia in ogni traccia, senza alcuna forzatura ma, piuttosto, con disarmante naturalezza. Così mentre Calma Aí, Coração, traccia d’apertura del disco, si affida a sonorità elettriche ed elettroniche, O Amor Viajou si abbandona a toni più leggeri, quasi tropicali, sottolineati da un inconfondibile ukulele. E poi c’è il rap di O desejo che vanta la partecipazione speciale di Chorão, oltre alla citazione colta a O Xote das Meninas di Luiz Gonzaga. Di tutt’altra pasta è il brano O meu amigo Enok che, per certi versi, ricorda le vecchie sigle dei manga giapponesi. Sicuramente degno di nota è l’ultima traccia del disco Mamãe no Face, questa volta più per il testo che per la musica. Il brano, infatti, è una lucida descrizione dell’idea che Zeca ha della stampa specializzata, uno sguardo critico alla stessa critica musicale, non privo di ironia: Mamãe/eu fiz o disco do ano/e até mesmo Caetano/parece que aprovou.

I testi ricercati, inusuali, ironici e avanguardisti, dopotutto, sono sempre stati il fiore all’occhiello di un artista che continua a reinventarsi e a vestire con disinvoltura i diversi abiti che la musica, nella sua complessità, offre.  Il ricorso a termini come facebook o i-pad o, ancora, mainstream, è ormai una costante della poetica di Baleiro sempre pronto a cimentarsi con la novità. Questo, probabilmente gli consente di essere spesso un passo avanti rispetto a molti artisti della sua generazione che, talvolta, si adagiano su armonie spesso inflazionate.

O disco do ano è un lavoro originale e apprezzabile sia per la capacità di rendere compatto un ventaglio di composizioni estremamente diversificato, ma anche e soprattutto per i temi trattati che spaziano dall’amore ai tempi dei social network all’angustia di vivere. Probabilmente, stilando una classifica tra i dischi del 2013, risulterebbe difficile scegliere qual’è il disco dell’anno ma, senza paura di smentita, il disco di Zeca si afferma tra  i migliori titoli sul mercato discografico brasiliano.