São Paulo è un tripudio di colori, un ventaglio di alternative cromatiche che si rinnova ogni giorno sotto lo sguardo attento di chi attraversa le sue strade, che si manifesta nei graffiti di Vila Madalena, nei percorsi tortuosi del Parque Ibirapuera, nei grattacieli dell’Avenida Paulista, nel convulso traffico delle sue strade. São Paulo è un pot-pourri di nuances. Le più belle, quelle della sua gente. Una festa di etnie, ma soprattutto di storie, che si fondono e si confondono nel variegato universo culturale che la città, prima ancora di tutto il Brasile, sa offrire.
I colori di São Paulo, questo il titolo che Alberto Moschini ha scelto per il suo reportage – in mostra dal 2 al 7 febbraio presso lo Showville di Bari -, è un viaggio nel multiculturalismo della metropoli brasiliana, terra d’approdo di culture diverse. Qui, infatti, la cultura africana, italiana, portoghese o giapponese hanno lasciando il loro imprinting che ancora oggi si apprezza vivido nella cultura del Paese e nei volti dei brasiliani. Attraverso la sua lente, Moschini ha rubato al tempo questi volti per mostrarne quello che ogni ruga, ogni solco nasconde: identità culturale. Per farlo, ha dovuto processarli, privandoli di ogni filtro sociale – i colori della pelle, ad esempio -, per poi restituirli in una ricca scala di grigi. Né bianco, né nero, ma piuttosto una serie di sfumature capaci di raccontare l’essenziale, l’uomo. In questo senso, ogni volto, con la storia che si porta dietro, è un colore diverso, una variazione cromatica unica ed autentica che Moschini ha saputo raccontare con estrema delicatezza, senza mai interferire con la purezza dell’espressione ma piuttosto facendosi quieto testimone del miracolo della diversità.
I colori di São Paulo, dopotutto, sono quelli della sua gente.

