Nell’ immenso panorama della Mpb, quella cantata dalle donne, cerca il suo spazio anche Ana Clara Horta con il suo primo disco dal titolo Órbita (Biscoito Fino 2011). Ricche di influenze e di spunti interessanti, le undici tracce proposte da Ana Clara ben si inquadrano in quella che potrebbe essere definita “nuova mpb”  la cui caratteristica principale è rappresentata dalla diversità. Esattamente quello che arricchisce le composizioni della giovane artista brasiliana, spesso diverse tra loro ma frutto della stessa penna.

ÓrbitaDelicata e equilibrata, Ana Clara non risulta mai stucchevole né ostentata, appare piuttosto a suo agio davanti nell’esecuzione dei brani. Particolarmente interessanti Lagrima Negra dalla ritmica ostinata e le sovraincisioni vocali e Melodrama abbandonata a sonorità già care agli appassionati del blues grazie ai contappunti di una valida armonica diatonica. Não ha duvida, invece, strizza l’occhio al funk, così come Órbita, brano che da il titolo all’intero disco. Al disco partecipano Fernando Caneca alle chitarre, Igor Arújo al basso e Pitito alla batteria oltre ad alcuni ospiti come Serginho Trombone con il trombone, Flávio Guimarães alla gaita, Leo Saad alle percussioni, Pedro Luiz alla voce in Bailarina, Kiko Horta all’acordeon e al piano e Mário Moura, produttore del disco, all’alfaia nel brano Pé Atrás.

Órbita è, in fondo, un’ottima premessa ad una carriera che si spera possa continuare su questa strada e, soprattutto, un ottimo argomento da usare contro chi crede ancora che in Brasile non ci siano giovani talenti.

Per conoscere meglio Ana Clara, vi proponiamo questa intervista registrata a São Paulo.