Nei posti magici ci arrivi per caso.
Ed io non mi ricordo bene come sono capitato al Bip Bip insieme a Tamara, in quella viuzza cieca e piccolissima, al centro di Copacabana, che sbuca sull’enorme Avenida Atlântica di Rio de Janeiro. Forse per aver letto qualcosa o per sentito dire…. Come spiegare che posto è? …un botequim musicale? Un luogo di cultura alcolica? Un luogo politico fatto di note? Un posto di tradizioni che si tramandano? È certamente tutto questo ma è assolutamente molto molto di più. Dal giorno della sua apertura, 51 anni fa e a dicembre si è festeggiato l’anniversario, è sicuramente uno spazio di incredibile aggregazione.
Ancor più sorprendente se parliamo di un bar di pochi metri quadrati dove si beve solo birra che ti prendi da solo dai frigoriferi, un piccolo bancone con lavandino e quattro tavolini dove si siedono solo i musicisti. All’ingresso il tavolo dove sedeva Alfredinho il proprietario e l’ideatore del posto, un personaggio che è diventato leggenda. Seduto su una sedia gialla, burbero, piccolo, con una barba ispida; catarroso e con la voce arrochita dalle passate sigarette, furente con chi disturbava i musicisti ma capace di una dolcezza struggente quando accarezzava le persone che lo salutavano, specie quelle giovani, e capace di sprigionare una forza straordinaria quando più o meno alla stessa ora lanciava il suo esporro (un discorsetto sociale o politico), o quando celebrava qualcuno che aveva frequentato o amato il Bip Bip, o quando annunciava i futuri progetti sociali di cui era promotore. Da quando è stato aperto, da una certa ora della sera, i musicisti che arrivano si uniscono a quelli che già stanno suonando, i vecchi con i più giovani, senza alcun problema; ed una sera è Roda de Samba o Chorinho, una sera Bossa-nova come difficilmente puoi sentire in teatro, suonata da musicisti famosi e sconosciuti ma bravissimi.
Fuori, sul marciapiede, in piedi, con le birre in mano che si pagano solo a fine serata, gli spettatori che non possono battere le mani, per non disturbare chi dorme nelle case, ma schioccano le dita alla fine di ogni canzone. E poi gli habitué, quelli che ci sono sempre, magari solo per cinque minuti , per un saluto….la signora appoggiata allo stipite che conosce tutte le canzoni e “samba” appena può….Augusto seduto di fronte ad Alfredinho amico da sempre….ed il resto di una tribù che ormai abbiamo imparato a distinguere tra i tanti avventori. Inevitabilmente ogni volta che stavamo a Rio ci ritrovavamo la’, e ormai riconosciuti e “ammessi“ alla tribù eravamo di casa . Quando arrivavamo Alfredinho ci faceva un esclusivo e piccolo cenno del capo come saluto e segnava il nostro nome sul foglio. Alfredinho è morto lo scorso Marzo, ironia della sorte in un sabato di carnevale. Il suo funerale è stato uno spettacolare corteo musicale di migliaia di persone che piangevano, ridevano, suonavano e cantavano. Ora Matias, uno dei musicisti giovani, che sempre abbiamo sentito suonare al Bip Bip, è stato scelto per prendere il suo posto sulla sedia gialla fuori dal bar, come se nulla fosse cambiato. Per continuare e per non dimenticare.