Era già da tempo che si sentiva parlare di un probabile progetto musicale che coinvolgesse Caetano Veloso e i figli Moreno, Zeca e Tom e, finalmente, il momento di sapere cosa il quartetto stava tramando è arrivato. Da ottobre, infatti, la famiglia Veloso si esibirà sui palchi principali del Brasile, iniziando da Rio de Janeiro il 3 ottobre, per toccare successivamente Belo Horizonte e São Paulo. A presentare il progetto, lo stesso Caetano:
È da molto tempo che desidero suonare pubblicamente insieme ai miei figli. Sin dall’infanzia di ognuno di essi ho sempre amato star loro vicino. Ognuno è uno. Ho sempre cantato per farli addormentare. A Moreno e Zeca piaceva molto. Tom mi chiedeva di smettere di cantare. Seppur per strade diverse, tutti si sono avvicinati alla musica a partire da un certo momento della vita. Moreno, che è nato venti anni prima di Zeca, si è formato in fisica. Tom, che è nato cinque anni dopo di Zeca, amara solo il calcio. Moreno e Tom sono ormai musicisti professionisti. Zeca, dopo aver speso l’adolescenza sperimentando musica elettronica, ha iniziato a comporre da solo. Voglio cantare con loro per quello che questo rappresenta in fatto di celebrazione e allegria, senza dare importanza alla questione sociale di eredità. È qualcosa che va aldilà del “nepotismo del bene”, per usare una espressione creata da Nelson Motta.
Un anno fa ho fatto uno show con Moreno che è stata una delle cose migliori che ho realizzato nella mia vita. Nel concerto che faremo ora, torneremo a suonare canzoni impossibili da scartare come “Um canto de afoxé para o bloco do Ilê” ou “Sertão”. Moreno ha una linea creativa estremamente raffinata. I lavori con il gruppo +2 sono un segno profondo e durevole della sua generazione. Il suo disco individuali è uno dei più begli esempi di delicatezza della storia della canzone brasiliana.
Subito dopo ho iniziato a lavorare con la Banda Cê. E poi Recanto per Gal. Moreno è stato presente in tutti questi progetti come produttore, contribuendo con la sua saggezza. Nel frattempo, Zeca e Tom sono cresciuti. Tom, all’inizio, non ne voleva sapere della musica. Oggi fa parte della band Dônica ed è, di noi quattro, quello più naturalmente dotato per la teoria musicale. Zeca, che ha sempre adorato la musica, proprio quando iniziava a pensare che non ci fosse un cammino giusto per lui in questa attività, ha composto un gruppo di canzoni commoventi. Ascoltandone una, Djavan insistette perché la suonasse in pubblico. Zeca si oppose, ma in questo show finalmente cederà all’invito di Djavan. Tom, nella sua relazione di discepolo con Cézar Mendes, ha sviluppato una capacità di esecuzione notevole. E subito ha iniziato a comporre con il suo maestro. Ho scritto un testo per una di queste canzoni che ha scritto con Cézar. E ora, in occasione di questo concerto, ho scritto un testo per una canzone che ha scritto da solo.
In questo senso, nel concerto presenteremo alcune di queste cose che sono cresciute in noi, di noi. Le mie canzoni che loro hanno scelto. “O Leãozinho”, che i figli di molta gente chiedono, i miei continuano a chiederla. E cose come “Reconvexo” non può non esserci. Ci sono classici di Moreno e canzoni nuove di tutti (incluso le mie). Durante le prime chiacchierate, abbiamo pensato di chiamare un piccolo gruppo di musicisti per arricchire gli arrangiamenti. Ma, provando, abbiamo deciso di suonare solo noi quattro. Gli arrangiamenti saranno per lo più acustici e molto semplici. Io sono l’unico che suona solo la chitarra. I miei figli possono servirsi di alcuni altri strumenti. È un concerto familiare, nato dal mio desiderio di essere felice. Avere dei figli è stata la cosa più importante della mia vita da adulto. Quello che ho imparato con la nascita di Moreno – e si è confermato con l’arrivo di Zeca e Tom – non ha nome né prezzo. Ma il nostro concerto ha anche la responsabilità di presentare una certa qualità professionale. Credo che non siamo una famiglia di musicisti, come ce ne sono tante, visto il comprovato carattere genetico di talento musicale, ma sicuramente siamo musicisti di famiglia. I concerto sono dedicati alle loro madri, a Cézar Mendes e alla memoria di mia madre.” (Caetano Veloso)

