Il 23 aprile si celebra il giorno nazionale dello Choro per celebrare questo genere musicale squisitamente brasiliano.
Il nome
Alcuni studiosi ritengono che il termine choro derivi dal latino choros, che significa coro. Altri, invece, come José Ramos Tinhorão, affermano che il sostantivo altro non sia che la terza persona dal verbo chorar (piangere). Effettivamente, le composizioni di choro lente, influenza dei lundus chorados, composizioni di origine africana, ricordano per certi versi il lamento del pianto. Di diversa opinione è ancora Luís da Câmara Cascudo secondo il quale il sostantivo provenga piuttosto dal termine xolo, che identifica una danza comune tra gli schiavi africani impegnati nelle favelas brasiliane. Da xolo si sarebbe passati a xoro e, soltanto più tardi, a choro.
Le origini
La storia fa risalire la nascita dello choro al 1808 con l’arrivo della Famiglia Reale in Brasile. Rio de Janeiro era la sede del Regno Unito del Brasile, Portogallo e Algarve e in quegli anni subì un’importante riforma urbana e culturale. L’arrivo dei portoghesi contribuì all’introduzione nel tessuto culturale della città di alcuni strumenti musicali come il pianoforte, delle tradizionali danze europee e svariati stili musicali come il minuetto, il valzer e lo schottische che, in un processo di brasilianizzazione, si trasformerà nello xote. Lo stesso processo, interesserà gli altri stili citati.
Tutti questi elementi confluirono in quello che oggi chiamiamo choro che, all’inizo, non indicava un vero e proprio genere musicale ma piuttosto un modo di suonare la musica europea in stile brasiliano. La nascita dello choro come lo conosciamo oggi avviene nel 1945 e la si deve al genio del flautista Joaquim Antônio da Silva Callado Junior. Fu lui che diede vita al primo gruppo di choro di cui si ha memoria, O Choro Carioca.
In quanto professore presso il Conservatório Imperial, Calado era grande conoscitore della musica e riunì intorno a sé i migliori musicisti dell’epoca. Prima di calado, i musicisti di choro suonavano per il solo piacere di farlo senza alcuna organizzazione nè in fatto di esibizione né tantomeno di composizione. Il flautista, invece, offre una struttura al genere musicale e ne compone le prime opere. La polca Flor Amorosa, composta da Calado nel 1867 é considerada la prima composizione di choro.
Per quel che riguarda le formazioni di choro, o conjuntos, erano composte sostanzialmente da tre strumenti: il flauto, come solista, la chitarra, per le linee di basso, e il cavaquinho, per armonizzare il tutto. I tre musicisti, nelle loro esibizioni, erano soliti ricorrere a improvvisazioni che, ancora oggi, caratterizzano il genere. Il conjunto di Calado era composto da Viriato Figueira, suo alunno e amico, e Chiquinha Gonzaga, compositrice e pianista, oggi considerata vera pioniera del genere per essere la prima donna chorona.
Di Chiquinha Gonzaga sono alcune celebri composizioni come Atraente (1877) , Gaúcho e Corta-Jaca (1897).
Dall’inizio del XX secolo ai giorni nostri
A partire dai primi anni della Repubblica, iniziano a formarsi dei conjuntos di choro che oltre ai tre classici strumenti – flauto, chitarra e cavaquinho – ne introducono altri con la funzione di solista. Tra questi figurano il bandolim, la bandola, i vari flicorni, il clarinetto, l’ottavino, l’oficleide, il sassofono e il trombone. Ed era la partecipazione occasionale o improvvisata di questi strumenti che determinava la funzione di ognuno di essi nel conjunto, determinata dalla capacità del musicista di fare da contorcano o da solista. Costituito da polca, cotes, tanto e valzer, il repertorio era composto da artisti brasiliani. Queste prime composizioni di choro con caratteristiche poprie furono composte da Joaquim Calado, Chiquinha Gonzaga, Anacleto de Medeiros e Ernesto Nazareth, tra gli altri.
I conjuntos di choro di inizio novecento divennero molto richiesti nelle prime registrazioni fonografiche che, in Brasile, iniziarono a realizzarsi nel 1909. Il compositore Anacleto de Medeiros, direttore della banda del Corpo dei Vigili del Fuoco di Rio de Janeiro, fu uno dei primi musicisti a prendere parte alle registrazioni del genere, misturando sapientemente lo xote e la polca alle tipiche sonorità brasiliane. Tra l’altro, in qualità di maestro di banda, adattò il linguaggio delle rodas de choro a quello delle bande.
Nella storia dello choro di inizio secolo, oltre a Anacleto di Medeiros, ci furono molti altri musicisti a segnare conquiste impostanti. Il virtuoso flautista Patápio Silva, considerato il successore di Joaquim Calado, divenne famoso per essere il primo a registrare un disco. Il chitarrista João Pernambuco, autore del brano Sons de Carrilhões, è ricordato, invece, per due motivi fondamentali. Il primo lo si deve alla sua capacità di contaminare lo choro con i tipici elementi regionali del nordest brasiliano. Il secondo, invece, è la sua importanza nel passaggio della chitarra da mero strumento di accompagnamento a vero e proprio solista. Ernesto Nazareth, invece, di estrazione erudita, fu autore di meravigliosi brani come Brejeiro (1893), Odeon (1910) e Apanhei-te Cavaquinho (1914), rompendo definitivamente con le sue composizioni le barriere che fino ad allora esistevano tra musica popolare e musica erudita. Tale processo di rottura è stato fondamentale per lo sviluppo del genere.
Uno dei maggiori compositori di música popular brasileira fu Pixinguinha, grazie al quale lo choro ha trovato la sua forma definitiva. Sassofonista e flautista, oltre che dotatissimo compositore, fondò nel 1919 il conjunto Oito Batutas costituito dallo stesso Pixinguinha al flauto, João Pernambuco e Donga alla chitarra, José Alves al bandolim e Nelson Alves al cavaquinho, solo per citarne alcuni. Il gruppo riscosse un notevole successo tra l’élite carioca, proponendo un mix dimaxixes e choro. Quando, però Pixinguinha compose Carinhoso, tra il1916 e 1917 e Lamentos em 1928, ancora oggi considerati due degli choro più famosi in assoluto, l’autore fu aspramente criticato per l’allora inaccettabile influenza jazz delle composizioni. Altri celebri brani di Pixinguinha sono Rosa, Vou vivendo, 1 a 0, Naquele Tempo e Sofres Porque Queres.
Negli anni ’20, il maestro Heitor Villa-Lobos compose una serie di 16 composizioni dedicate allo choro, mostrando la ricchezza musicale del genere. Delle 16, 14 choros furono composti per diverse formazioni strumentali, a cui si aggiungono uno Choro Bis e una Introdução aos Choros. LoChoro nº 1 fu composto per chitarra solista. Il brano Choro nº 13 fu composto per due orchestre e bando, mentre Choro nº 14 é per orquestra, coro e banda. Una delle composizioni più conosciute degli choro per orchestra di Villa-Lobos è lo Choro nº 10 per coro e orchestra che include il tema Rasga o Coração di Catulo da Paixão Cearense. Dopo questo importantissimo lavoro, Heitor Villa-Lobos definì lo choro come l’essenza musicale dell’anima brasiliana.
A partire dal 1920, grazie alla spinta che arrivava dalle case discografiche e dall’arrivo della radio, lo choro raggiunse il successo nazionale grazie all’avvento di musicisti importanti come il bandolinista Luperce Miranda e il pianista Zequinha de Abreu, autore, tra l’altro, del famosissimo Tico-Tico no Fubá, oltre a gruppi che, con una sorta impronta regionale, venivano definiti Regional. Tra questi ricordiamo il Regional de Benedito Lacerda, in cui suonarono anche Pixinguinha e Altamiro Carrilho, e il Regional do Canhoto, in cui suonarono Altamiro e Carlos Poyares. A proposito di Canhoto, insieme ad Aníbal Augusto Sardinha, meglio noto come Garoto, e aWaldir Azevedo,autore del successo nazionale e internazionale di Brasileirinho, fu uno dei massimi strumentisti di cavaquinho.
Gli anni ’50 e ’60 sono quelli in cui un altro grande musicista raggiunge il successo nazionale. Jacob do
Bandolim du uno dei più virtuosi suonatori di bandolim e ancora oggi la sua tecnica è un punto di riferimento per chi suona tale strumento. Brani come Doce de Coco, del 1951, e Noites Cariocas, del 1957, sono capisaldi del genere. Inoltre, l’opera di Jacob do Bandolim fu fondamenta per la rivalorizzazione di alcuni vecchi musicisti e per la creazione del progetto Época de Ouro, fondato nel 1964, che ebbe una grande importanza in quello che fu un movimento di resistenza da parte dello choro al successo della bossa nova. Del conjunto fecero parte César Faria e Dino 7 Cordas.
Dal 1970 lo choro subisce un’ulteriore trasformazione in una vera e propria fase di ammodernamento. A tale processo contribuirono nel 1972 il Conjunto Época de Ouro e Paulinho da Viola con il concerto Sarau diretto da Sérgio Cabral. Inoltre presero vita i famosi Clubes do Choro a Brasilia, Recife, Porto Alegre, Belo Horizonte, Goiânia e São Paulo. Molti giovani musicisti si unirono in gruppi come Galo Preto e Os Carioquinhas – che saranno il seme per la nascita della Camerata Carioca –, approfondendo e trasformando il linguaggio del genere. L’aumentato interesse da parte del pubblico contribuì, inoltre, alla riscoperta di vecchi musicisti di choro come Altamiro Carrilho, Copinha e Abel Ferreira e alla scoperta di nuovi talenti come i bandolinisti Joel Nascimento e Déo Rian e il chitarrista Rafael Rabello.
Nel 1977 furono organizzati alcuni festival di choro. La rete televisiva di São Paulo, TV Bandeirantes, promosse il Festival Nacional do Choro e la Secretaria de Cultura do Rio de Janeiro diete vita al Concurso de Conjuntos de Choro.
Nel 1979 il flautista Altamiro Carrilho riscosse un notevole successo con il LP Clássicos em Choro in cui suonava classici della musica classica a ritmo di choro. Nello stesso anno, in occasione dell’evento intitolato Tributo a Jacob do Bandolim, per i dieci anni dalla morte del bandolinista, nacque il gruppo Camerata Carioca, formato da Radamés Gnatalli, Joel Nascimento e Raphael Rabello, tra gli altri.
Gli anni ’80 furono caratterizzati da numerose iniziative e seminari di choro. Importanti musicisti si riunirono per discutere e insegnare lo choro alle nuove generazioni, tanto che nel 1986 si tenne il primoSeminário Brasileiro de Música Instrumental, a Ouro Preto.
Dagli anni ’90 in poi il genere rafforza ulteriormente e da questo momento iniziano a avere successo musicisti come i chitarristi Yamandú Costa, Guinga, il bandolinista Hamilton de Hollanda, Zé Paulo Becker, Trio Madeira Brasil, e tanti altri

