C’è la voglia di fermarsi qui a Salvador, di vedere la parte meno conosciuta e turistica, la parte più “dura” di questa città ma non possiamo, il viaggio continua. Ci torneremo prima di ripartire per l’Italia.
Prima di spostarci verso sud facciamo una deviazione nel Recôncavo Baiano la regione geografica che circonda la famosa Baía de Todos os Santos, passiamo per varie cittadine, per Santo Amaro, la città natale di un altro grande, Caetano Veloso, e ci fermiamo nell’antica città di Cachoeira.

Sapevamo che erano previste le celebrazioni per la Festa da Irmandade da Boa Morte che in questi giorni di agosto celebra una manifestazione di un’importanza storica ed attira visitatorinon solo dal Brasile, ma anche dall’estero.

La Confraternita di Nostra Signora della Buona Morte nacque 150 anni fa nelle case che avevano accolto gli schiavi africani fuggiti dalle piantagioni di canna da zucchero, ed è composta esclusivamente da donne africane che avevano contribuito a liberare gli schiavi, orientandoli verso il Quilombo do Malaquias, nella regione rurale di Cachoeira.
In questa zona la maggior parte della popolazione è di etnia nera, e i culti di matrice africana, come il candomblé si sono mischiati nel tempo al cristianesimo, dando vita ad un sincretismo religioso estremamente variegato ed interessante.

Una guida locale ci parla di un convento sulla riva di un fiume aspettando la celebrazione e la processione della sera, insieme a Roberta, una ragazza di San Paolo conosciuta lì, decidiamo di andare…
A raccontare la storia del Convento di Santo Antônio do Paraguaçu, a farci immergere nella sua storia e godere del privilegio di ammirare la sua fatiscente bellezza hanno provveduto le sue rovine e gli antichi muri adornati di scoloriti azulejos portoghesi che rivestono la navata centrale e il figlio dell’antico custode, che apre il cancello a noi, unici visitatori. Il suo “ritardo” ci ha permesso di mangiare in un piccolissimo ristorante sulle sponde del fiume e di gustare dei gamberi e una moqueca buonissimi.
L’antico Convento è situato nel piccolo villaggio di São Francisco do Paraguaçu, nel fertilissimo Recôncavo Baiano. In questo punto il braccio di mare della Baía de Todos os Santos si fonde con acque nel Fiume Paraguaçu…o Lagamar.
Se verrete da queste parti potrete conoscere la storia e la cultura di un popolo dimenticato e godere della bellezza di questo convento costruito dalle braccia di schiavi africani.

E dopo un posto straordinario, un incontro straordinario. Avremmo voluto presenziare ad un vero candomblé, ma non era il giorno adatto. Però Mãe Cleusa, del Terreiro de Oxóssi, ci ha accolto ugualmente nel suo tempio, per raccontarci del suo orixá e della missione di sacerdotessa che pratica da 35 anni: “Oxóssi è radicamento, radici salde nel terreno, profonde, estese, Oxóssi è fermezza, è pieno contatto con madre terra, è consapevolezza delle leggi naturali, della vita, e della trasformazione.”
Mãe Cleusa, ci ha aperto la sua casa ed il suo Terreiro, non ha compiuto nessun rituale, non ha chiesto nulla in cambio dei suoi racconti e ci ha dimostrato amore. E noi, con dolcezza, ci siamo abbandonati alle sue parole. Axé!

È arrivato il momento di congedarci da questo luogo di grande potenza spirituale dopo giorni di festa piena, tra sacro e profano, tra riti candomblè, ritmi africani, messe solenni, campane a festa, danze, processioni, una luna piena, alcuni amici incontrati per pura casualità e altri per destino.
Ed ora possiamo dire d’aver lasciato le nostre impronte, qui sulle sconnesse pietre della piccola cittadina di Cachoeira, a Bahia!
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Diari dal Brasile: Il Recôncavo baiano
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Diari dal Brasile: Il Recôncavo baiano
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Tamara e Paolo proseguono il loro viaggio nel Recôncavo Baiano. Il loro racconto parte da Santo Amaro e arriva a Cachoeira, tra candomblé e terreiros.
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