I grandi amori nascono da lontano e per motivi misteriosi. Il mio amore per il Brasile nasce tanti anni fa quando decisi che era tempo di lasciare la letteratura del Nord America per quella dell’America del Sud. Dopo Sepúlveda, Allende, Garcia Márquez e tanti altri, Jorge Amado, la sua coralità, il suo colore, i suoi sapori e odori, l’amore profondo per la sua terra e la sua gente mi colpirono come un fulmine in un cielo d’estate. Poi il resto lo hanno fatto i suoni, i ritmi la musica popolare, la poesia di Vinícius de Moraes, di Chico Buarque, di Caetano Veloso, e da quel momento ho capito che prima o poi sarei arrivata a Salvador in Brasile. E dopo aver girato negli anni e conosciuto un bel po’ di questo paese io e Paolo arriviamo al Pelourinho alle 4,30 del mattino con le ombre e i silenzi della notte. Appena poche ore dopo, alle 11, scesi a fare colazione, i tamburi di un gruppo composto da soli ragazzi, che transitava davanti alla finestra della nostra pousada, ci danno il benvenuto. Era arrivato il momento di provare a capire un po’ di più di quello che Amado ha raccontato: la sacralità e la magia degli orixàs e dei loro rituali, la fusione di religiosità, i ritmi africani, le leggende indigene, il vortice di vite, di popoli, di anime di Bahia, l’energia della sua musica e i suoi colori. Nel cuore del centro storico di Salvador ogni anno a metà agosto, si svolge la Festa Literária Internacional do Pelourinho FLIPELÔ. In un attimo veniamo rapiti dall’atmosfera di festa e dalle innumerevoli rappresentazioni organizzate per l’occasione. Musei, bancarelle, concerti, spettacoli e piazze in festa generano un’energia contagiosa.

Al Teatro Miguel Santana nel Pelourinho lo spettacolo del Balè Folclórico da Bahia, la più grande ed importante compagnia di balletto folkloristico del Brasile, ci ha emozionato e dato la conferma che l’arte, la musica e la danza possono cambiare il destino di ragazzi che vivono in realtà e posti estremamente difficili e a volte insidiosi. Molto probabilmente, se non avessero tentato questa strada si sarebbero trovati in situazioni di rischio sociale altissimo. E grazie al progetto e al loro talento molti di essi oggi brillano come stelle per i palcoscenici del mondo.

Impossibile non imbattersi, in cima alla piazza del Pelourinho, nella grande casa azzurra che ospita la Fondazione Casa di Jorge Amado, un omaggio allo scrittore legato indissolubilmente a questa città e che ha parlato delle persone più umili, più indifese, più apparentemente marginali. Quattro piani di cultura, di arte, di storia, di politica, di vita di una nazione. Ma per capire veramente chi era Amado e cosa ha rappresentato per la sua gente, bisogna prendere un taxi e farsi lasciare davanti al cancello della casa in cui ha vissuto con la donna della sua vita Zélia Gattai, al numero 33 di rua Alagoinhas, nel quartiere di Rio Vermelho. Cinquantasei anni insieme di cui quaranta passati a Bahia e la loro scelta di fare della loro casa un memoriale con un atto di grande generosità. Amado desiderava che in quella casa il significato di vita di Bahia fosse sempre presente e quello, oltre il dare voce alle persone più umili, è stato il motivo della sua esistenza. Ed è impossibile non sentire l’amore, il calore delle vere amicizie, le risate, l’intimità e l’esclusività di un rapporto, il fiorire delle idee e delle speranze in quel giardino, in quelle stanze. Saremmo rimasti lì per un’intero giorno, tra i libri, i video, le foto, i ricordi di una esistenza, in una casa ancora piena di parole e di amore.
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Diari dal Brasile: Salvador
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Tamara e Paolo sono arrivati a Salvador e si sono immersi sin da subito nel fermento culturale che mantiene viva la città brasiliana. In questo primo episodio, ecco il resoconto delle loro giornate.
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