Non si può certo dire che la vita di Elza Soares sia stata facile, tra momenti di grave difficoltà economica, episodi di violenza domestica e lutti. Eppure, in barba alle asperità affrontate, l’artista carioca ha continuato a sambare sui tacchi a spillo almeno fino a quando gli ottant’anni da poco compiuti non hanno gravato sulla sua colonna vertebrale.
Oggi è quasi strano vedere la Bossa Negra, come la chiamava Ronaldo Bôscoli, cantare mentre, immobile, resta seduta su una sedia, ma chi teme che la Soares possa appendere il microfono al chiodo, può stare tranquillo. La cantante, di riposo forzato, non ne vuol sentire parlare..
Dopotutto, basta dare uno sguardo agli ultimi anni di carriera per rendersene conto. Dal 2016 ad oggi si contano due dischi, uno in preparazione e una biografia che, promette l’artista, darà di che parlare.
La Soares, insomma, sembra vivere un momento idilliaco iniziato con l’uscita del disco A Mulher do Fim do Mundo che il New York Times ha premiato come uno dei più bei dischi del 2016 insieme a Blackstar di David Bowie e Lemoade di Beyoncé.
In un escalation di successi, il disco dedicato a Lupicínio Rodrigues, seppur meno conosciuto a livello internazionale, ha proiettato l’artista in un universo lirico delicatissimo tanto che, tra i tanti dischi dedicati al sambista porto-alegrense quello della Soares è tra i più belli.
Del disco in preparazione, invece, si sa ancora poco ma tanto basta a lasciare tutti in trepidante attesa. Le aspettative sono altissime, tanto più se si pensa che Deus è Mulher, questo sarà il titolo del nuovo lavoro prodotto dall’etichetta Deck, si colloca sulla stessa linea di A Mulher do Fim do Mundo. Meglio. In questo disco, i produttori, la figura della donna, in tutte le sue declinazioni, avrà quel ruolo centrale che la società brasiliana si ostina a negarle. Le grandi aspettative per questo lavoro si devono anche allo spessore artistico dei musicisti di cui Elza Soares ama circondarsi da un po’ di tempo a questa parte, da Romulo Fróes a Kiko Dinucci passando per Guilherme Kastrup, Marcelo Cabral e Rodrigo Campos.
Gli ingredienti per un nuovo successo, insomma, ci sono tutti. Non resta che attendere. Nel frattempo, però, un ripasso sulla vita straordinaria di questa artista combattente e coraggiosa non può che giovare.
Chi è a Mulher do fim do mundo?
Sono tutte le donne che lottano per l’uguaglianza, per il rispetto, per la giustizia e che, nonostante tutto, non perdono la forza di lottare.
Il disco A Mulher do Fim do Mundo è stato accolto con entusiasmo sia in Brasile che all’estero. Qual è il segreto di questo successo?
Ti giuro che non so rispondere. Quando mi hanno chiamata per partecipare a questo progetto, ho accettato perché avrei dato voce alle donne, ai transessuali, ai gay, ai neri, ma non avrei mai immaginato che il disco avrebbe risposto tanto sucesso. Non mi impegno in un progetto pensando al successo. Questa è solo una conseguenza e io non posso che esserne felice.
Il disco affronta temi attuali come la violenza contro le donne, il razzismo, le droghe. É importante che l’artista si posizioni tu temi come quelli citati?
Assolutamente si! Il ruolo dell’artista è interrogare il proprio tempo e le sue avversità. Fino a quando avrò spazio, userà la mia arte per lottare in favore delle cause in cui credo. Sono spinta dalla passione e dalla fede.
Per tutta la tua vita hai combattuto affrontando numerosi problemi personali e oggi sei un esempio per donne, neri e gay. Da dove viene questa forza e come ti senti nel ruolo di musa ispiratrice?
La mia forza nasce dalla necessita di cambiare il male in bene. Per me non ci sono “forse”. Ad ogni modo ci sono momenti in cui io stessa non capisco da dove venga questa forza per andare avanti. Sono però felice di poter influenzare in positivo qualcuno. Ne sono molto orgogliosa.
Come vedi la situazione politica e sociale del tuo Paese?
Quello che manca è l’amore per il prossimo, perché un Paese così ricco come il Brasile non dovrebbe mai trovarsi in questa situazione. Non abbiamo un sistema sanitario solido, il sistema educativo è precario, pochi hanno una casa e molti hanno fame. È molto triste. Ma nutro la speranza che ci sia una luce alla fine del tunnel. Si, lo spero davvero.
Ho letto a proposito del tuo incontro con Ary Barroso. Lui ti chiese da che pianeta venissi e tu gli hai risposto: dal tuo stesso pianeta, il pianeta fame. Che risposta pronta per una ragazza di 14 anni.
Sono sempre stata molto arguta, sin da piccola. Non ho mai permesso a nessuno di prendermi in giro per via della mia condizione economica e sociale. La mia luce sovrasta tutto. Sono sempre stata impertinente e non ho mai lasciato una domanda senza risposta.
Candeia cantava: “per cantare samba c’è bisogno di molto di più, il samba è lamento, è sofferenza, è fuga dai miei sospiri.” Durante la tua vita hai dovuto affrontare dolori profondi. In che modo questo ha influenzato la tua arte?
La musica è conforto per l’anima. Povera me se non avessi la musica. Non penso molto al passato. Preferisco il presente. My name is now!
Recentemente hai lanciato il disco Elza Canta e Chora Lupi. Qual è il tuo legame con Lupicínio Rodrigues?
Il mio primo grande successo lo devo a Lupicínio. Registrai Se acaso você chegasse ed è grazie a questa musica che ho iniziato ad avere una vita degna per me e per i miei figli. Sono molto grata a Lupi.
Tra qualche mese sarà lanciata la tua biografia. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sono molto felice perché Zeca Camargo sta facendo un lavoro meraviglioso. Non taglierò niente da questa biografia. Arriva un momento nella nostra vita che anche i segreti più intimi, dopo così tanto tempo, diventano sciocchezze (ride).
Tornando alla questione musica. Esistono nuovi artisti che ti piace ascoltare?
Adoro Billy Holiday e Chat Beker ma sono molto legata a questi giovani che stanno emergendo in Brasile. Ascolto Caio Prado che è un cantante e compositore incredibile, Jhonny Hooker, Larissa Luz, Karla da Silva e il mio figlioccio JP Silva. Ci sono moltissimi artisti interessanti in Brasile.
Qual’è la prossima grande sfida per la musica brasiliana?
La musica del mio Paese è estremamente ricca ma credo che la più grande sfida sia quella di offrire musica di qualità per il grande pubblico.
Ci sono alcune cose che ti mancano del tuo passato?
No. Non ho nessuna nostalgia di quello che fu. Come ti dicevo, sono il presente.
Sei una fonte inesauribile di energie. Hai mai pensato di andare in pensione?
Mai! Canterò fino alla fine.

