Il duemiladiciassette è stato un anno illuminato per o Campeão alagoano Hermeto Pascoal. Dopo un silenzio discografico di ben quindici anni – compensato però da un numero impressionante di concerto – lo stregone albino ha infatti messo la firma su due lavori di indubbio interesse.

Il primo, uscito per l’etichetta Selo Sesc con il titolo No Mundo dos Sons è un ritorno al concetto di musica universale, oltre che una finestra sulla memoria affettiva dell’artista, che ripercorre la propria esistenza attraverso personaggi e immagini. Così, da Viva São Paulo, il brano che celebra la città che ospitò Pascoal all’inizio di carriera, si passa a episodi musicali come Para Miles Davis, Forró da Gota No mundo dos sonsPara Sivuca, Viva Edu Lobo!, Um Abraço Chick Corea, che si collocano a metà strada tra il linguaggio di Hermeto e quello degli illustri omaggiati. Il risultato è un caleidoscopio di musiche raffinatissime.

Per quel che riguarda il secondo titolo, invece, si tratta di una registrazione inedita datata 1976, anno in cui Hermeto Pascoal era affiancato dal Grupo Vice Versa. Il nastro, distribuito in Europa da pochissimo tempo dalla Far Out Recordings, era rimasto sepolto in qualche cassetto dello studio di registrazione di São Paulo o negli archivi di uno dei musicisti ed è stato riscoperto quasi per caso.

Viajando Com o Som, questo il titolo che sfoggia sulla copertina psichedelica, offre sonorità ben diverse da quelle di No Mundo dos Sons, ma non per questo meno attuali. Dopotutto, direbbe Hermeto, la sua musica è universale. È come un buon churrasco, è sempre apprezzato. Come dargli torto?

Sono passati 15 anni dal tuo ultimo disco. Cos’è successo nel frattempo?
Non registrare per quindici anni è stata una scelta consapevole dettata dal fatto che sentivo l’esigenza di promuovere e divulgare quello che già avevo fatto fino ad ora. Di solito registro un disco ogni tre anni ma questa ho voluto aspettare un po’ di più. La registrazione di No Mundo do Sons è stata una vera sorpresa. Sono state le persone che mi sono vicine ad insistere perché lo registrassi e io ho non ho potuto resistere. Devo dire però che mi dispiace molto per la scarsa importanza che si dà ai dischi. Ci si ostina a dire che la mia musica non è commerciale ma sono le case discografiche a non saperla commercializzare. D’altra parte non è un caso se i miei concerti fanno sempre sold-out. Questo mi rende felice.

Quasi tutti i brani del disco rappresentano un omaggio ai grandi artisti che hai incrociato durante la tua carriera. Da dov’è nata questa esigenza?
Il disco non fa altro che raccogliere i miei ricordi. Non c’è niente di premeditato. Mi capitava di comporre un brano di rendermi immediatamente conto che quella stessa musica mi ricordava un determinato artista. È così, ad esempio, che è nato il brano dedicato a Edu Lobo che, dal mio punto di vista, è un artista straordinario che andrebbe valorizzato molto di più perché senza ombra di dubbio è uno dei maggiori musicisti che il mondo conosca. Secondo lo stesso processo sono state composte le musiche dedicate agli altri artisti, a Chick Corea, Tom Jobim, e tutti gli altri che trovi nel disco.

Nel tuo disco dedichi il brano di apertura a São Paulo. Qual è il tuo rapporto con questa città?
Adoro questa domanda. Sono molto legato a São Paulo per molte ragioni. Il mio primo gruppo è stato formato a São Paulo ed è lì che è stato registrato il mio primo disco, A Musica Livre de Hermeto Pascoal. Senza contare che è stato proprio a São Paulo che ho imparato a scrivere la musica. Ovviamente non ho frequentato nessuna scuola ma è lì che ho studiato e ho imparato da solo. Certo, tutti i posti in cui sono stato, anche solo per qualche giorno, sono importanti per me, ma São Paulo qualcosa in più. È dove sono nati i miei figli, dov’è decollata la mia carriera.

Quali sono gli artisti della nuova generazione che ammiri?
Ce ne sono molti. A me piace moltissimo Guinga. Lo considero come appartenente alla nuova generazione di musicisti non certo per la sua età,  ma per la sua musica sempre giovane. Credo che la musica, quando di buona qualità, non abbia età. E la musica di Guinga  rispecchia esattamente questo concetto. Ovviamente ci sono molti altri musicisti che mi piacciono molto. Ti consiglio di ascoltare João Pedro Teixeira. Segnati questo nome perché è un artista assolutamente promettente.

Nel disco hai inserito un som da aura. Ricordo che durante una precedente intervista avevi promesso che nel tuo prossimo disco avresti inserito un brano fatto sulla voce del papa e che all’epoca non aveva ottenuto l’autorizzazione della chiesa. Non hai mantenuto la promessa?
Non ho avuto il coraggio ma ti prometto che quando deciderò di divulgare il brano, tu sarai il primo ad ascoltarlo. Sono sicuro che se facessi la stessa operazione con il nuovo Papa sarebbe molto più facile. Ad ogni modo quella registrazione fu inviata a Roma per l’autorizzazione del Papa da  Dominguinhos che, all’epoca, era in contatto con il presidente Collor. Sono sicuro che se il Papa avesse ascoltato il brano, avrebbe autorizzato la pubblicazione.

In che modo i brani del disco si trasformano durante la performance dal vivo?
Credo che ci sia una bella differenza tra il palco e il disco. Sono due realtà totalmente distanti diverse. Quando suoniamo sul palco, gli arrangiamenti del disco si caricano di una forza speciale. Se potessi cambiare repertorio ad ogni concerto ma sarebbe troppo complicato. In compenso, cambio in continuazione gli arrangiamenti e mi approccio alla musica come se fosse un essere vivente. Un uomo o una donna a cui poter cambiare i vestiti. Questa è quella che io chiamo musica universale.

Quest’anno è stato lanciata una registrazione del ’76 con il titolo Hermeto Pascoal and his ‘Grupo Vice Versa’: Viajando Com O Som. Raccontaci questo progetto
In quegli anni vivevo a São Paulo e suonavo insieme a musicisti del calibro di Lelo Nazario, Zé Eduardo, Nivaldo Ornelas, Mauro Senise, Zeca Assumpção, Raul Mascarenhas e Aleuda. Ricordo che un giorno decidemmo di registrare una sessione di prove nello studio del mio caro amico Rogério Duprat.  Quel nastro non fu mai divulgato ma i miei musicisti ne conservarono una copia. Recentemente mi hanno fatto riascoltare quella registrazione chiedendomi l’autorizzazione a pubblicarla. I brani mi sono sembrati così attuali che non ho esitato un attimo a dare il mio parere positivo.

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L'anno illuminato di Hermeto Pascoal
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Dopo qundici anni di silenzio discografico, Hermeto Pascoal pubblica due lavori inediti. Ce li racconta in questa intervista esclusiva
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