L’immagine internazionale del Brasile é molto spesso legata alle sue famose spiagge, all’estate senza fine, al carnevale e al calcio. Quello che molti non sanno è che il piú grande Paese dell’America Latina, oggi ottava potenza economica mondiale, sta vivendo una significativa crescita della consapevolezza LGBT. Artisti gay, lesbiche, bisessuali e transgender, stanno ottenendo importanti conquiste in un conturbato ambiente politico. Con milioni di followers nei principali social media molti artisti LGBT sono diventati decisamente influenti, rendendo difficile per le fasce conservatrici della popolazione il compito di ridurli al silenzio.
Come spiegare questo Big Bang LGBT? La storia di Pabllo Vittar, una drag queen del nordest brasiliano, regione che per anni ha sofferto l’estrema povertá , la fame, la siccitá e la mancanza di politiche pubbliche, puó far luce sulla questione. Raggiunta la fama grazie all’uso sapiente delle reti sociali e a un evidente carisma, Vittar, che nell’ottobre scorso ha pubblicato il suo secondo albun con il titolo Não Para Não, ha raggiunto la vetta della musica pop brasiliana, diventando il simbolo di un’era. Con il suo successo, Vittar é apprezzata e ascoltata in ogni angolo del Paese, ll suo impatto sulla cultura brasiliana é stato cosí imponente che neanche la monopolizzata stampa egemonica brasiliana ha potuto ignorarla. Se all’inizio si trattava di un fenomeno di nicchia, la musica di Pabllo ha ben presto superato le frontiere della comunitá LGBT grazie ad uno spontaneo passaparola. A grande richiesta, la nordestina é entrata nel palinsesto delle stazioni di radio storicamente dominate da artisti uomini, cis e eterosessuali.
Il passo successivo é rappresentato dalle apparizioni in importanti programmi della TV pubblica. Quello che segue è storia: collaborazioni internazionali come in Sua Cara, di Major Lazer, e I Got It, di Charlie XCX, oltre a vari premi musicali e alla nomination come la prima drag queen a ricevere la nomination per il Grammy Latino. Tra i concerti da tutto esaurito e nuovi followers ogni giorno, non c’é voluto molto prima che Pabllo fosse incoronata la drag queen piú seguita al mondo, superando la madre di tutte, RuPaul.
Il suo riconoscimento in una società repleta di pregiudizii rappresenta, senza ombra di dubbio, una significativa rottura delle barriere culturali. Tuttavia, è stata l’effettiva entrata di Vittar nell’immaginario collettivo del Brasile a rivelarsi come l’elemento più trasformatore dell’equazione.
Dal momento che la maggior parte della gente non sapeva come definirla attraverso l’eteronormatività dominante, Pabllo è diventata oggetto di discussione nelle conversazioni di tutti i giorni. Le persone hanno sentito il bisogno di capire. E, per la prima volta nella storia recente, una artista LGBT, nonché una drag queen, aveva avuto un impatto così grande nella nazione. Indubbiamente, un percorso difficile in cui l’omofobia è sempre stata parte del processo. Vittar, come molti altri, ha dovuto sopportare commenti di odio, atti maliziosi e ha dovuto affrontare anche la minaccia, immotivata, dell’arresto. Eppure niente é riuscito a demolire la sua determinazione e il suo coraggio nel tracciare un cammino verso l’accettazione, la divulgazione e il prestigio di una legione di altri artisti LGBT che hanno goduto del suo effetto a cascata. È proprio Vittar a simboleggiare questo movimento di consapevolezza LGBT su larga scala, in quanto simbolo di quel mix atipico della popolazione brasiliana, che offre un sapore intesno e unico. Arrivati da ogni angolo del Paese, con una varietà di colori straordinaria, con differenti esperienze di vita, dalle favelas alle foreste, da capitali come Maceió a Rio de Janeiro, cantando rap, funk, bossanova e reggae, questi volti compongono un un vero arcobaleno variegato.
Linn Da Quebrada, ad esempio, travestito cresciuta in un ambiente familiare religioso della periferia di São Paulo, nelle sue canzoni affronta temi che alimentano il dibattito: la sua stessa identità, la consapevolezza del proprio corpo, imposizione di genere, le problematiche della comunità nera.
“Il nostro corpo è visto in modo negativo, deprecato, nessuno vuole averci a che fare. Per la società siamo cosí, ma attraverso la musica voglio comunicare il fatto che possiamo amarci e desiderarci.
Essere una “bixa” nera (un insulto di cui la comunità LGBT si è riappropriata, grossomodo tradotto come “finocchio”) è resistenza, è potere, è amore.” ha dichiarato un una intervista.
La coscienza politica presente nella musica di Linn da Quebrada è un marchio di questa nuova generazione di artisti, più che mai consapevoli del tipo di vita che vivono nel sistema. Si sentono orgogliosi e non hanno piú intenzione di vivere nascondendosi. Questo significa molto se si pensa che, secondo la ONG Grupo Gay da Bahia, nel 2017 in Brasile 445 LGBT sono stati vittima di omicidi su base omofobica. È il piú alto tasso di omicidi contro LGBT al mondo.
Questo contesto violento rende ancora più impressionante la crescita dell’empowerment LGBT data la sua nuova influenza sull’espressione artistica.
Potyguara Bardo è una delle voci nella scena queer del Brasile.
“Non picchi qualcuno pensando che questo non pianga per chiedere aiuto”, dice la cantante in un’intervista per Nabocadopovo. “Non puoi aspettarti che non cercherá di difendersi quando viene attaccato. Se provano ad ucciderci, l’unica arma che abbiamo per difenderci è la nostra voce. Una voce che possiamo usare per esprimere il nostro diritto di esistere. Combattiamo perchè esistiamo, per quanto folle sia”.
Bardo, una drag queen di 22 anni di Natal, ha pubblicato il suo primo disco, Simulacre, lo scorso agosto. Le registrazioni, attentamente concepite pensate dall’artista e dal suo team di collaboratori, sono una dichiarazione esistenziale su tutte le peculiarità dell’essere.
“Il mio recente album è un viaggio psichedelico in un mondo post moderno, dove niente è quello che sembra” spiega ” Allo stesso tempo un’esplosione di vari ritmi che mi ispirano. Si puó trovare molto del Brasile, ma anche molte influenze del pop mondiale!”
È stata l’arte, l’urgenza di essere, esternare pensieri e sentimenti che hanno stimolato il lavoro di questa giovane artista, parte di una generazione cresciuta in un periodo di aperture socio-economiche e di progresso in Brasile. Tuttavia si è trattato di un processo duramente interrotto da un golpe politico che nel 2016 ha deposto la prima presidente donna democraticamente eletta, Dilma Rousseff.
“Mai prima d’ora, la situazione nel Paese mi fa venir voglia di guardarmi dentro e non fuori”, ha detto Bardo. “Per questo motivo, è stato facile concentrarmi su me stessa. Ma allo stesso tempo per quanto possa sembrare egoista, credo che trovare la radice dei miei problemi interiori mi abbia permesso di condividere tutto questo con il mondo. O, almeno, mi ha permesso di fare in modo che le persone che attraversano le mie stesse stesse difficoltá non si sentano sole. Condividendo ció che ho imparato mi permette di aiutare gli altri”.
Il Brasile si è già mostrato un Paese di estremi e disuguaglianze sociali: dalla grande apparente libertà sessuale e creativa in contrapposizione a uno tsunami di conservatorismo. In un momento in cui un politico di estrema destra, autoproclamatosi omofonico, razzista e sessista è eletto Presidente della Repubblica, la presenza e l’impegno della comunità LGBT non sono mai stati così urgenti ed essenziali Mentre l’aumento della violenza e la continua dimostrazione di mancanza di rispetto per l’identificazione di queer sono paure che prendono vita, per le strade e su Internet, l’arte che emana dall’anima di questi artisti LGBT ha messo in chiaro che non si lasceranno fermare, che quest’arte prospererà, che gli piaccia o no, e che si persevererà nella lotta contro fascismo, odio, e paura.
Come Potyguara Bardo afferma,“noi combattiamo, noi esistiamo”.
Traduzione Alida Brillo
Foto di copertina: Luana Tayze, 2018.

