Café no Bule

Naná Vasconcelos, Zeca Baleiro, Paulo Lepetit
Café No Bule
Selo Sesc
2015

Meglio tardi che mai, si potrebbe dire. Perché Café no Bule è un progetto non proprio recente. Nell’idea del pernambucano Naná Vasconcelos, uno dei musicisti impegnati in questo lavoro, il disco prevedeva il contributo di Itamar Assumpção, oltre a quello del maranhense Zeca Baleiro. Beleleu, però, è uscito di scena prima del previsto e Café no Bule è rimasto archiviato fino a poche settimane fa quando il nome del Nego Dito è stato sostituito con quello di uno dei musicisti che sempre lo ha accompagnato, Paulo Lepetit.

Il risultato di questo incontro è un pot-pourri di musica brasileira o, per rimanere legati al caffè, una miscela di ritmi, suoni, stili brasiliani che si aggrovigliano, si abbracciano, confluiscono l’uno nell’altro. In questo senso, il disco sfugge ad ogni tentativo di classificazione. In Café no Bule si celebra, in fondo, la complessità della musica popolare brasiliana nelle sue varie declinazioni, dello xote di Xote do Tarzan al coco de roda di Mosca de Padaria, fino ad arrivare  allo ijexá africano.

Ogni canzone – dodici inedite e una, Caju, già registrata da Naná nel 1999 – è un grano di caffè con un aroma unico, offerte all’ascoltatore esattamente come si farebbe in una caffetteria – da qui il titolo – senza troppi fronzoli o cerimonie. D’altra parte fronzoli e moine varie non si sono viste nemmeno nella fase creativa. Caratteristica fondamentale del disco è che ogni titolo nascein un contesto di piena conviviali artistica, aldilà di ogni schema predefinito. Come afferma Zeca Baleiro, in alcuni casi Naná ha registrato per prima la base ritmica e, su questa, io e Lepetit abbiamo sviluppato il testo, la melodia e l’armonia, come è successo, ad esempio, con Ciranda de meia-noite, Btuque na panela e Xote do Tarzan. Altri brani sono nati, invece, dal groove di basso e chitarra, seguiti dal testo e dalla base ritmica, come in Yellow taxi e Vou de Candonga. Nella A dama de Chama-Maré e A maré tá boa, Naná ha scritto il testo e ce l’ha passato perché lo musicassimo, e glielo ripassassimo in seguito per registrare la base ritmica.

Musiche a parte, il disco merita anche dal punto di vista estetico. In questo senso, Café no Bule è una piccola opera d’arte. La copertina e le pagine del libretto sono state disegnate con cura creando così che Café no Bule offra non solo il piacere delle orecchie ma anche quello degli occhi.

Per chi ancora ama collezionare dischi, un lavoro così raffinato non lo si vedeva da tempo.