Io e Sandra [Sandra Gadelha, la terza moglie di Gil] eravamo a Ibiza, avevamo affittato una casetta in un bosco di eucalipti. Era un tardo pomeriggio d’estate; eravamo stati in spiaggia e ci eravamo bevuti una horchata de chufa (una bevanda rinfrescante tipica di alcune zone della Spagna, ndT). Io ero seduto sulla soglia di casa, intento ad osservare le sfumature del cielo azzurro che si andava pian piano tramutando in cielo notturno. Iniziavano a spuntare le prime stelle. Sandra in casa, impegnata nelle sue cose, e io lì, tranquillo. Ad un tratto vidi una stella cadente e quel fenomeno mi diede come la sensazione di una voce dentro di me. “Orientati!”, diceva la voce. “Orientati, ragazzo”. E lì entrai in casa, presi carta e penna.

Dalla saudade del sud – dell’emisfero sud – è nata l’idea della costellazione della Croce del Sud come bussola, come se mi dovessi lanciare in mare per arrivare a riscoprire la mia terra (Cabral, le tre caravelle, le navigazioni, mi venivano in mente tutte queste cose), spingendomi a continuare la meditazione sulla mia situazione in esilio, autogiustificando la necessità del viaggio e trovandovi una metafora per il sacrificio dell’avventura forzata (le navi negriere, la schiavitù nella stiva delle navi, mi veniva in mente tutto questo e i pensieri si andavano condensando in versi).

Il fatto di volermi creare una famiglia, il fatto della facoltà, di aver rifiutato un master all’Università del Michigan per accettare un lavoro alla Gessy-Lever (l’attuale Unilever, ndT) e rimanere a San Paolo vicino a Caetano, a Bethânia, a Gal, ai miei progetti di vita, alla musica… il fatto che il lavoro alla Gessy-Lever fosse esso stesso una specie di master, come d’altronde anche la situazione di esilio… per tutti questi motivi Oriente è la canzone che considero più personale e vicina alle mie corde, più individuale. Io non dipendo da una donna o da una certa città, io dipendo da me stesso, da un momento della mia vita. Anche Back in Bahia parla di me, e assieme a Oriente si completano a vicenda. Le mie canzoni di quel periodo sono così. Expresso 2222 è il mio disco che più si è concentrato sul raccontare un preciso periodo.

Sorridente è stato un ricordo remoto e subconscio dei versi che Rogério Duarte ha prodotto insieme a me in Objeto Semi-Identificado: “sorridente” contiene “oriente”. (L’uso del termine in quel contesto dà anche una sensazione di leggerezza rispetto al precedente tono imperativo: “orientati”, “considera”, “determina”). L’atmosfera dell’oriente era nell’aria: gli hare-krishna, i tarocchi, gli I-Ching. E mi trovavo in un ambiente propizio per il riferimento finale ad Adamo; Ibiza era il paradiso della controcultura, rifugio per gli hippy di tutto il mondo: europei, americani, brasiliani, indiani.

FONTE: GILBERTO GIL – TODAS AS LETRAS (A CURA DI CARLOS RENNÓ)
traduzione a cura di Deborah Stefanutti
supervisione: Pietro Scaramuzzo
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Oriente: la canzone più autobiografica di Gilberto Gil
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Oriente: la canzone più autobiografica di Gilberto Gil
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Gilberto Gil racconta qual è stata l'ispirazione alla base del brano Oriente, uno dei più belli che il canzoniere dell'artista baiano offra
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