Origem é giro

Cristina Renzetti
Origem é Giro
Delira Música
2011

Dopotutto la vita di un artista è un lungo viaggio. Talvolta è una circumnavigazione intorno a se stessi, alla propria storia. Si parte, ci si allontana dalla propria Itaca, si vaga per nuovi mondi, e poi si ritorna alle origini. La vita del musicista e, in fondo, quella di ognuno di noi è un andirivieni tra il nuovo e il vecchio, tra futuro e passato. È un palindromo che, a prescindere dal lato dal quale lo si legga, non cambia di significato. La stessa parola, la stessa vita, la stessa arte.

Ed è proprio questo il concetto alla base del primo disco da solista dell’artista italiana Cristina Renzetti. Origem é giro è il palindromo che dà il titolo al lavoro e che ne descrive la rotta artistica marcata dalla tradizione musicale italiana e dalla scoperta del Brasile e delle sue sonorità. Due mondi per certi versi lontani, per altri vicinissimi, tra i quali Cristina si muove senza alcuna forzatura ma, piuttosto, con naturalezza e grazia. La voce, morbida e cristallina su certe composizioni come Madremâna o De Lendas e barcos, si fa vivace e brillante sulla bellissima composizione di Kiko Dinucci Samba Manco o De pé trocado di Edu Kneip e Mauro Augiar o, ancora, straziante sui canti della tradizione abruzzese e salentina come Addije, addije amore e Kali Nifta.

Momento più alto dell’intero lavoro è senza dubbio il brano Transatlântica composto dall’artista italiana insieme ad Armando Lobo. Il brano è la dimostrazione della grande maturità artistica e musicale di Cristina Renzetti. L’espediente compositivo è assai interessante. L’intero testo è composto da lemmi scritti in egual modo sia in italiano che in portoghese, accenti a parte. Inoltre, non v’è alcun ricorso a verbi, se non per una rapida esortazione ad andare, a partire, affidata alla seconda persona singolare del verbo andare. Interessante anche l’esecuzione del brano. Il canto, infatti, è eseguito contemporaneamente in entrambe le lingue, portoghese e italiano, che, in questo modo, si fondono e si confondono in un mantra affascinante e poetico.

Di grande spessore è l’ensamble di musicisti che accompagna la cantante in questo lavoro. Tra di essi, figurano i nomi di Sergio Krakowsky al pandeiro e di Edu Neves al flauto.