La ricchezza si nasconde dietro le musiche e le danze incalzanti del Candomblé baiano, uno dei Candomblé più conosciuti in tutto il Brasile. La religione del Candomblé nasce proprio dall’unione sincretica delle religioni africane giunte sulle coste brasiliane già a partire dal XVI secolo e la religione cattolica – diffusa dai portoghesi sbarcati a Salvador. La capoeira, il samba come anche il Candomblé sono esempi della cultura africana che ancora oggi permangono e vivono e fanno dello Stato di Bahia uno tra i maggiori Stati a influenza africana dell’intera nazione.

L’unione sincretica delle due religioni, ha prodotto la nascita di una serie di Dèicandomble capa che – “deportati” dall’Africa in Brasile – si sono come brasilianizzati. Si sono mescolati con i Santi cattolici: era questo il modo in cui gli schiavi africani occultavano i loro Dèi riuscendo a professare la loro religione. Questi Dèi sono chiamati Orixás e vengono venerati e festeggiati in caseggiati chiamati terreiros. Si tratta di terreni – generalmente a ridosso di favelas – in cui vive l’intera comunità di coloro che venerano gli Orixás. Il sincretismo religioso si è accentuato con l’andar del tempo, quando i riti delle varie nazioni africane – giunti sino alle coste di Bahia de Todos os Santos – hanno iniziato a mescolarsi fra loro  e vi si sono aggiunti elementi raccolti fra gli indigeni.

Le rispettive nazionalità africane sparse per il territorio baiano e non, hanno prodotto gruppi gruppi principali di Candomblé: quello conosciuto e praticato a Salvador appartiene al gruppo jejê-nagô. Si tratta di uno dei Candomblé tra i più potenti e rispettati, frutto di un precedente sincretismo tra sette nazioni africane.

terreiroEsistono, nella città di Salvador, diversi terreiros più o meno accessibili. Ogni terreiro ha un suo proprio calendario, un proprio rituale e una condizione religiosa specifica. Sono indipendenti gli uni dagli altri. Uno dei terreiros più conosciuti a Bahia è sicuramente il Terreiro das meninas do Gantois, nel quartiere della Federação. All’interno di questa comunità ogni singola personalità ha una funzione particolare, ricopre un ruolo e racchiude in sè altre personalità: ogni individuo personifica un Orixá e in occasione delle varie feste, che si tengono seguendo il calendario del terreiro, si manifestano agli invitati e danzano al ritmo e suoni delle musiche africane intonate in lingua originale.  Exu, Ogum, Oxum, Oxóssi, Xangô, Yemanjá: sono solo alcuni degli Orixás venerati e festeggiati durante l’intero anno.

Exu

Exu si ciba di qualsiasi  alimento, beve cachaça. È un cavaliere errante e un ragazzino briccone. Signore delle strade, messaggero degli Dèi, corriere degli Orixás. Per tutto questo, è stato sincretizzato col diavolo in persona: in realtà non è che un Orixá vagabondo, amico di una buona scazzottata, di un po’ di trambusto, ma in fondo è un gran buon diavolo. In un certo qual modo, Exu rappresenza il “No” dove non esiste che il “Sì”. Ogni cerimonia di terreiro viene accompagnata da una danza, per evitare che lui venga a guastare la festa. Il suo vestuario rituale è azzurro, rosso e bianco e il lunedì è il suo giorno. Exu porta in mano l’ogó, sua insegna, e gli piace sentire il sangue dei caproni e dei galli scorrerre, come sacrificio.

Ogum

Ogum, tutto vestito in ferro, Dio della guerra, fratello di Exu; il suo giorno è il martedì, ed è sua abitudine aprire il corteo degli Orixás nell’entrata del terreiro.  Vaga per le strade, come il fratello Exu. Il suo cibo preferito è il canem (il caprone) e il gallo; gli piace la feijoada e la patata d’inhame arrostita con l’olio. Nel sincretismo afro-cattolico, Ogum è Sant’Antonio. Il colore della sua collana rituale è l’ azzurro scuro.

Oxóssi

Oxóssi è sincretizzato con San Giorgio, uccisore del dragone. Dio della caccia, delle umide foreste con il suo arco e la sua freccia abbatte i cinghiali: è un cacciatore invincibile. Il re Oxóssi, circondato di animali, porta con sè un sacco e un cappello di cuoio. Carne di porco: ecco il suo cibo preferito. Gli piacciono anche il caprone e il gallo, ma non ama i fagioli bianchi. Mangia anche il granturco accompagnato da pezzi di cocco. Danza impugnado l’ofá e l’erukerê, fatto con crini di coda di di bue o di cavallo. Si tratta di un Orixá possente, e a cui è rivolto il più alto rispetto. Le sue feste sono di grande bellezza e magnificenza.

Xangô

Xangô è uno degli Orixá più potenti, divinità del fulmine, del fuoco e del temporale. I suoi simboli sono la pietra del fulmine e l’oxê. Colori: rosso e bianco sia per il vestiario che per la collana. Il suo cibo preferito è la tartaruga, insieme al caruru. Gli piacciono anche l’agnello e il gallo. Il suo giorno della settimana è il giovedì. La sua danza, da re, come le sue feste sono possenti.

Oxum

Oxum è la Dea del fascino, dell’eleganza, del fasto, della ricchezza, della beltà, donna fatale. Fatale come nessun’altra. Oxum è stata la seconda moglie di Xangô. Un po’ civetta, vanitosa, astuta, prima moglie di Oxóssi. Porta abiti e collane giallo-oro e azzurro reale. Il suo giorno della settinana è il sabato. Il simbolo che la rappresenta: dei sassolini di fiume, il ventaglio e bracciali di metallo. Le piace la radice dell’inhame con gamberetti e cipolla, mangia capra e faraona, miele d’api e olio di palma. La sua danza sensuale è un invito all’amore, un’esibizione di mimiche diverse: ora si pettina, ora indossa collane e bracciali, ora si sta bagnando. Seduttrice, fatale, Oxum è estremamente sexy.

Yemanjá

Yemanjá è la Signora delle acque, madre di tutti gli Orixás. Veste di azzurro;yeamanja ciottoli di mare e conchiglie sono i suoi emblemi. Nel sincretismo s’identifica con l’Immacolata Concezione. Il suo giorno della settimana è il sabato. In suo onore si realizzano grandi feste tra i pescatori: equipaggi di pescherecci si riuniscono e si ritrovano per festeggiarla insieme il 2 febbraio di ogni anno al Rio Vermelho, a Salvador. TUTTO IL MARE DI BAHIA APPARTIENE A YEMANJÁ.

Le cerimonie del Terreiro das meninas do Gantois sono conosciute in tutta Salvador; quello che forse è meno conosciuto e descritto è il rituale praticato candomblé musicadagli Orixás che si manifestano durante la cerimonia: dal sacrificare gli animali per ringraziare l’Orixá all’adobbo della sala con le penne di pavone; dalle danze delle donne del terreiro all’uscita degli Orixás vestiti per l’occasione giungendo sino al momento dell’incontro con i bambini del terreiro. I terreiros di Candomblé sono sempre situati a ridosso delle favelas la cui convivenza nella città di Salvador, come in qualsiasi altra città brasiliana, costituisce l’ordinarietà. Spesso però le guide turistiche che incrociamo in libreria non si soffermavano a descrivere la felicità e la semplicità che traspare e comunicano i bambini delle favelas, presenti durante le varie cermonie dedicate ai vari Orixás nei diversi terreiros.  Quando ci si allontana dalla sala dove si tiene la cerimonia, i suoni della capoeira e dei piccoli che danzano/lottano sui ritmi del berimbau trasportano in un’altra dimensione: una dimensione che si chiama pace, una dimensione che si chiama semplicità, una dimensione che sa di genuino e di povertà che spinge gli stessi bambini a chiedere denaro forse per comprare droga così da poter, per un momento, dimenticare che dietro quei sorrisi divertiti, c’è tanta sofferenza…

Xangô, meu Senhor, saravá!