Oswaldo Montenegro è carioca ma la sua musica è il frutto dell’incontro tra due realtà sostanzialmente diverse: São João del Rei, Minas Gerais, e Brasilia. Attraverso queste due città, infatti, l’artista brasiliano ha potuto nutrirsi di musica barocca e serenate bohémienne, prima, e rock, blues e musica nordestina, dopo.
La famiglia Montenegro si trasferisce a São João del Rei nei primi anni sessanta, anni in cui Oswaldo si avvicina allo spirito seresteiro di Minas. Grazie alla frequentazioni che il padre intrattiene con la bohème della città, infatti, il giovane Oswaldo potrà vivere da protagonista le serestas – serenate – che animano le strade di São João del Rei, durante le notti tra il venerdì e il sabato, al seguito dei bohémiennes della città. Uno di questi aiuterà nello studio della chitarra il piccolo Oswaldo che comporrà la sua prima canzone, Lenheiro, a soli otto anni.
Rientrato a Rio de Janeiro a 13 anni, Oswaldo vince il suo primo festival con il brano Canção para Ninar Irmã Pequena, che nel 1997 sarà inserita nel disco O Vale Encantado, ritenuto dallo stesso Oswaldo il suo miglior lavoro discografico.
Nonostante questo successo, la decisione di intraprendere la carriera artistica si concretizza a Brasilia, dove, tra l’altro, l’artista brasiliano incontra la compagna di una vita, Madalena Sales, oltre a José Alexandre, Raimundo Marques, Ulysses Machado. Durante gli anni trascorsi nella capitale brasiliana, gli interessi di Oswaldo si rivolgono non solo alla musica, ma anche al teatro. Nel 1974, infatti, Oswaldo Montenegro scriverà la sua prima opera teatrale, João Sem Nome, che sarà presentata al pubblico un anno più tardi. Ovviamente, ogni nuova arte a cui Oswaldo si interessa, non può prescindere dalla musica, il vero leitmotiv di una intera carriera lunga, ormai, tre decadi. Nello stesso anno in cui João Sem Nome prende vita nei teatri del Paese, Montenegro firma il suo primo contratto discografico con la Som Livre, che produrrà il disco Sem Mandamentos. Il suo primo grande successo musicale, però, arriverà solo nel 1979 con il brano Bandolins, composizione sempreverde che Oswaldo continua a riproporre nei suoi concerti.
Sempre in quegli anni, inoltre, Oswaldo Montenegro compone un altro evergreen della sua carriera, Metade, considerato dall’artista una preghiera laica, un testo profondamente poetico che l’artista recita in ogni suo concerto.
Gli anni ottanta sono anni decisamente floridi. Nel 1980, infatti, Montenegro vincerà il disco d’oro con il lavoro Oswaldo Montenegro, mentre due anni più tardi vedrà la luce un musical decisamente importante nella carriera dell’artista brasiliano, dal titolo Veja Você Brasilia che, tra le altre cose, vede la partecipazione di due artiste allora sconosciute: Zélia Duncan e Cássia Eller. Durante questi anni, inoltre, Oswaldo scriverà l’opera teatrale Leo e Bia che, nel 2012, diventerà il primo lungometraggio della carriera dell’artista.
Una caratteristica saliente di Oswaldo Montenegro è senz’altro l’incredibile versatilità della propria arte, capace di adattarsi oltre che alle diverse forme d’espressione artistica – teatro, cinema, letteratura o musica – anche a chi si fa interprete delle sue composizioni. Ed è proprio grazie a questa caratteristica che molte della composizioni di Montenegro saranno interpretate dai più grandi artisti della scena musicale brasiliana come Ney Matogrosso, Sandra de Sá, Paulinho Moska, Zé Ramalho, Alceu Valença, Zizi Possi, Zélia Duncan, Jorge Vercilo, Altemar Dutra, Gonzaguinha, Sivuca, Tânia Maya.
Tra le grandi collaborazioni o, come dicono i brasiliani, parcerias che Oswaldo Montenegro vanta c’è sicuramente quella con Roberto Menescal con il quale l’artista carioca produce il disco Letras Brasileiras, nato a seguito di una discussione in aeroporto sul valore poetico dei testi nella Mpb. Il disco sarà lanciato nel 1997, ma la collaborazione con Menescal non si limita a questo lavoro. Nel 2004, infatti, il disco vedrà un seguito, Letras Brasileiras 2. Inoltre, il titolo diventerà un programma, presentato da Roberto Menescal e Montenegro, trasmesso su Canal Brasil.
La carriera di Montenegro, lunga ormai 31 anni, è estremamente produttiva vantando 5 DVD, 16 musicals, 2 films – e siamo in attesa del terzo – e 41 cd l’ultimo dei quali, De passagem, ha riscosso un successo incredibile. Con questo lavoro Oswaldo ha saputo consolidare quel rapporto intenso che lo lega al suo pubblico attraverso un continuo dialogo affidato ai social network, attraverso i quali l’artista condivide con il pubblico il lavoro dell’uomo prima ancora che dell’artista. Il pubblico, dal canto suo, sa rispondere con entusiasmo a questo processo comunicativo, tanto che la realizzazione del videoclip del bellissimo brano Eu Quero Ser Feliz Agora sarà affidata al pubblico.
Per quel che riguarda il tour di De Passagem, Oswaldo ha portato in giro per i teatri di tutto il Brasile le canzoni del disco, oltre ai suoi vecchi successi, in uno show di luci e musica dove teatro e canzone si fondono in un unico grande elemento capace di coinvolgere e avvolgere la platea, sempre partecipe e sempre folta, che da anni accompagna l’artista carioca.
Durante la tappa paulistana del tour, abbiamo incontrato Oswaldo nell’ albergo che lo alloggiava. Quel giorno il traffico di São Paulo ci ha impedito di arrivare all’appuntamento puntuali – abbiamo accumulato oltre mezz’ora di ritardo – eppure Oswaldo era lì ad aspettarci tranquillo e amichevole come non ci saremmo mai aspettati di trovarlo. É in quel momento che abbiamo avuto la conferma che metade de ele è amor. E a outra metade também.