Il viaggio continua alla volta di Boipeba isola situata davanti alla costa baiana dove sbarchiamo per passare tre giorni di mare, ma dopo il primo pomeriggio di sole e un piccolo assaggio di spiaggia, tre giorni di pioggia incessante hanno infranto il nostro desiderio di bagni, sole e sabbia. Non è stato facile sapere che tutto intorno, a pochi passi, avremmo trovato luoghi incontaminati, mangrovie, spiagge di sabbia bianca, piscine naturali, foreste, fiumi, sentieri nascosti nella vegetazione, ma la pioggia non ci ha dato tregua. E anche se ce ne siamo andati, perché il viaggio deve continuare, l’odore dell’acqua, le lucciole, i colibrì, le rane, i fiori, il vento, la gente incontrata, la pioggia che ci ha bagnato, la luna piena, il dormire vicino al mare, le emozioni che ci ha regalato ed il suo essere un’isola selvaggia continuano ad appartenere solo a noi. Forse è il destino che ci vuol far ritornare.
Di ritorno da Boipeba facciamo tappa a Valença, la città da cui ci si imbarca, per far visita alla mia amica Giovina Santini, che ci accoglie e ci ospita nell’associazione che dirige, la Onlus Mais Vida. Questo posto ha un ruolo fondamentale per il sostegno culturale e sociale dei bambini e delle famiglie della città di Valença, e le dà quello splendore che la città ha incredibilmente e vergognosamente perso nel corso degli anni. Giovina insieme ai bambini del suo centro ci ha fatto sentire parte della loro grande e coloratissima famiglia. Al Mais Vida si gioca, si studia e si praticano discipline ed attività che una famiglia difficilmente potrebbe concedere ai propri figli. Un progetto con 25 anni di successi, molti sacrifici, aiutato dalla forza e dal sorriso dei volontari e dalla generosità dei sostenitori. L’umanità che si respira tra queste mura è una realtà che in un viaggio raramente si ha il privilegio di vivere.
Ognuno in un viaggio può trovare ciò che cerca….Ed una delle cose che ci hanno appassionato ed ispirato è stato il desiderio di conoscere i luoghi dove la flotta di Cabral toccò terra e scoprí il Nuovo Mondo, la Costa do Descubrimento, la Costa della Scoperta.
Quando Pedro Álvares Cabral, con una flotta di 13 navi, partí alla conquista dell’Atlantico, lo scrivano di bordo Pêro Vaz de Caminha raccontó giorno per giorno la lunga spedizione.
Il 22 Aprile 1500 una terra ignota appare all’orizzonte; Caminha ne descrive la lussureggiante bellezza ed i suoi abitanti, gli indios.
Non sa che la lettera spedita al suo re, entrerà a far parte della storia…sarà l’atto di nascita del Brasile.
Ma quella che noi conosciamo come la scoperta del Brasile ha dato il via ad un processo inesorabile che ha privato gli indios della loro memoria, del loro territorio, della loro cultura. Tutte cose che oggi essi cercano di riconquistare qui, così come in Amazzonia.
Arrivati a Corōa Vermelha, lungo la costa sud di Bahia, luogo dove Pedro Álvares Cabral celebra la prima messa in terra brasiliana ci sale lo sconforto; per come l’abbiamo vista noi, se Cabral arrivasse oggi a Corõa Vermelha probabilmente tornerebbe indietro.
Il litorale pullula di venditori, albergoni che deturpano, pullman turistici, indios che vendono articoli che non credo abbiano nulla a che fare con la loro entità, la loro cultura, con le lotte che ancora cercano di portare avanti.
Non resta che concentrare l’attenzione su quello che c’è di bello; alle spiagge chilometriche, alla natura lussureggiante e alle aldeias degli indios Pataxós che dovrebbero essere preservate..alla storia dell’approdo, alla “Carta do achamento” di Pêro Vaz de Caminha prezioso e appassionante resoconto della scoperta del Nuovo Mondo.