Ci si sente in una terra inesplorata quando si arriva in una piccola cittadina, in provincia di Salvador, chiamata Praia do Forte. Immersa nel verde, tra palme di cocco e alberi secolari che sfociano sull’oceano color blu cobalto è quasi impossibile non pensare di essere giunti in una terra sconosciuta ma che, a seguito dell’arrivo dei portoghesi a partire dal XVI secolo, sa di storia.
La costruzione di questa piccola cittadina ebbe inizio dal castello di Garcia d’Ávila, nel XVII secolo: considerato il primo edificio costruito dai portoghesi con un’ architettura prettamente brasiliana. Il castello venne edificato, per volontà del re portoghese Garcia d’Ávila, per fungere inizialmente da punto di raccolta delle merci che venivano importate dall’Europa, pronte per essere distribuite nella città di Salvador. Molte famiglie si riunivano attorno al Castello, vivendo così di pesca e protetti dalla corona portoghese. A partire da questo piccolo agglomerato di famiglie e con la costruzione delle prime abitazioni intorno al castello, la cittadina di Praia do Forte venne progressivamente ad essere popolata. Le sue caratteristiche originarie erano completamente differenti da quelle che si “vivono” e si “respirano” oggi: benché la stragrande maggioranza della popolazione viva ancora di pesca, oggi Praia do Forte è conosciuta come la località più turistica della provincia di Salvador.
Impossibile non imbattersi in uno statunitense, non essere invitati a parlare un po’ di francese con i gruppi di turisti che si incontrano non appena, scesi dall’autobus, si entra in contatto con questa realtà. Una realtà fuori dall’ordinario, dal sapore differente: passeggiare all’interno dell’area protetta per le tartarughe del Projeto Tamar di Praia do Forte lascia dentro una sensazione ed un’emozione forte, carica di vita, di vitalità. Il Projeto Tamar venne creato nel 1980 per volontà dell’Istituto Brasiliano di Tutela Ambientale. Oggi è riconosciuto a livello internazionale come una delle esperienze più soddisfacenti di conservazione e difesa marina, fungendo da modello per numerosi paesi poiché coinvolge nel suo lavoro socio-ambientale proprio le popolazioni marittime che vivono a stretto contatto con questo tipo di realtà.
Il nome dato al progetto, Tamar, altro non è che il risultato della combinazione delle sillabe iniziali delle parole tartarughe marine. L’espressione Tamar è così passata a designare il Programma Brasiliano di Conservazione delle Tartarughe Marine, attuato dal Centro Brasiliano di Protezione e Ricerca delle Tartarughe Marine – Centro Tamar.
Ricerca, conservazione e tutela di cinque specie di tartarughe marine che si incontrano lungo le coste brasiliane: è questa la principale missione del Projeto Tamar; missione che nasconde emozione che solo un radicale cambiamento all’interno di una realtà così genuinamente semplice può essere regalata e donata a chi è capace di accoglierla…
Chega de saudade
A realidade é que sem ela não há paz
Não há beleza
É só tristeza e a melancolia
Que não sai de mim, não sai de mim, não sai…