Africa, il continente dove tutto ha avuto inizio, la matrice universale per il genere umano. Quella stessa matrice di cui Emicida si è nutrito per partorire suo secondo disco in studio.
Sobre Crianças, Quadris, Pesadelos e Lições de Casa…, questo il titolo, nasce da una viaggio che attraversa Angola e Cabo Verde, alla ricerca delle proprie radici, di quella eredità culturale che l’artista trova, metabolizza e riporta sotto forma di rap nella sua terra natia. Quell’eredità africana che si presenta prepotente in brani come Sodade dell’artista Neusa Somedo o Madagascar, o che si apprezza nei ritmi afro di Baiana, per citare qualche titolo. Tra l’altro, all’ultimo brano citato offre il suo canto vellutato e garbato Caetano Veloso che, bisogna dirlo, non è l’unico ospite d’eccezione di Sobre Crianças.
Oltre all’artista baiano, infatti, al disco partecipa anche Vanessa da Mata nel brano Passarinhos, una canzone dai toni dolci che il rapper paulistano compone per e con la figlia, lasciando crollare lo stereotipo che il rapper debba essere arrabbiato ad ogni costo. In questo senso Emicida stupisce per la capacità di raccontare una storia con toni tanto lievi. Dopotutto è lui stesso a farlo notare: l’obiettivo di Passarinhos era quello di stupire per la leggerezza perché per la pesantezza dei temi trattati ho stupito già molte altre volte.
Scelte stilistiche a parte, Sobre Crianças è un disco denso di contenuti di grande attualità soprattutto in Paese multirazziale come il Brasile. Nei vari titoli, infatti, Emicida passa dalla segregazione razziale, all’emarginazione, allo stato di schiavitù in cui vivono ampie fasce della popolazione. Riflessioni che nelle rime di Emicida sono un pugno nello stomaco di una società malata che finge di non vedere quello che è sotto agli occhi di tutti. Brani come Mandume, una inclemente descrizione di come gli afrodiscendenti appaiono agli occhi dell’élite bianca, Trabalhadores do Brasil, un attacco frontale a chi ancora vede i neri come schiavi, hanno lo scopo di scuotere un Brasile tristemente assopito.
In questo senso, l’obiettivo è centrato a pieno con il brano Boa Esperança – il titolo è ispirato al nome di una nave di negrieri citata nell’ultimo libro di José Eduardo Agualusa, A Rainha Ginga – il cui videoclip è stato lanciato pochi giorni prima rispetto all’uscita sul mercado di Sobre Crianças. Nel video, infatti, si racconta una rivolta decisamente violenta di un gruppo di inservienti afrodiscendenti contro i “padroni” bianchi, il tutto condito da rime affilate come lame. In quei giorni, in Brasile, non si parlava d’altro.
Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato nella seconda parte dell’intervista a questo incredibile artista brasiliano.

