BollaniSono molti gli artisti italiani che hanno strizzato l’occhio alla musica brasiliana ma, probabilmente, Stefano Bollani è tra quelli che  ha saputo meglio interpretare i diversi colori del Brasile e della sua musica. Che sia propensione naturale o il frutto di un duro lavoro, quando si tratta di suonare,  il pianista italiano è brasiliano tra i brasiliani. Per rendersene conto, basta ascoltare il disco Bollani Carioca,pensato e prodotto insieme all’amico Alberto Riva, in cui il musicista si muove tra choro e samba con la naturalezza di chi quella musica la respira ogni giorno.

Tra le mani di Bollani, classici come Tico Tico do Fubá di Zequinha de Abreu, come  Luz Negra di Nelson Cavaquinho, A voz do morro di Zé Keti o Trem das Onze di João Rubinato, meglio conosciuto come Adoniran Barbosa, si vestono di nuovi colori, si rinnovano in un modo così straordinario che gli stessi brasiliani ne rimangono affascinati. A tal proposito, il disco ha impressionato anche Caetano Veloso che, da allora, ha sempre manifestato grande ammirazione per il pianista, tanto che i due si sono già incontrati sui palchi dell’Umbria Jazz e del Festival di Sanremo.

L’incontro, dopotutto, è l’anima del Brasile e dei suoi musicisti, che si materializza nel concetto empatico di parceria, abbracciato da Bollani ormai da tempo. Sono molti, infatti, gli artisti con cui il pianista ha avuto modo di collaborare e tutti meritano di essere citati – Marcos Sacramento, Ze’ Renato, Monica Salmaso, Nilze Carvalho, Na’ Ozzetti, Toninho Horta, il gruppo Casuarina – ma, tra tutti, Hamilton de Holanda è senza dubbio il musicista con il quale Stefano ha stretto un forte legame professionale e di amicizia, consolidato dai tanti palchi calcati insieme e dal profondo amore per i grandi compositori del Brasile. Hamilton, per chi ancora non lo conoscesse, è uno dei musicisti di maggior rilievo nel panorama della musica strumentale brasiliana, definito da Hermeto Pascoal come uno dei più grandi musicisti  del Brasile e del mondo intero. Ascoltare per credere.

Hamilton de Holanda e Stefano Bollani

Hamilton de Holanda e Stefano Bollani

Stefano Bollani è brasiliano non solo nella musica, ma anche nella sua allegria, nella sua umanità, nella sua semplicità, nella sua esse puxada, tipica dei carioca, che sfoggia quando canta in portoghese, nella sua contagiosità. Perché se è vero come è vero che la musica brasiliana è contagiosa, Stefano non solo si è lasciato contagiare fino al midollo, ma ha anche contagiato. É questo il caso di Irene Grandi che, dopo l’esperienza del disco Irene Grandi & Stefano Bollani in cui i due hanno cantato e suonato alcuni brani verdeoro – Olhos nos Olhos, Chuva Suor e Cerveja, Roda Viva e Medo de Amar -, a dire di Bollani, si è riscoperta grande appassionata di Chico Buarque e della sua musica.

Stefano ambasciatore della musica brasiliana, insomma, tanto che oggi viene da pensare che Bollani Carioca sia una benedizione, prima ancora che il titolo di un disco di successo. Perchè Bollani è carioca, se non di nascita, almeno di spirito.