Nel cuore di São Paulo, a pochi passi da una delle sue arterie principali, l’Avenida Paulista, si nasconde una piccola casa di show chiamata Casa de Francisca. L’atmosfera è decisamente bohémienne. Appena si entra, sulla sinistra c’è un piccolo palco. Come cornice, alcuni drappi rossi. Pochi tavoli accostati uno all’altro. Poi, sulla destra, una scalinata con alcune sedie a mo’ di cinema anni ’70.

Casa da Francisca PubblicoConsiderata tra le case di show più significative della capitale economica del Brasile, la Casa de Francisca è anche la più piccola della città e offre una programmazione musicale estremamente interessante. Sul piccolo palco della casa si sono esibiti Arrigo Barbabé, Marcia Castro, Siba, Emicida, Lucas Santtana, Blubel, Juçara Maral, Romulo Frões, André Mehmari, solo per citarne alcuni.

Ieri è toccato a Trupe Chá de Boldo incastrarsi a mo’ di tetris nei pochi metri quadrati di palco per offrire uno spettacolo di grande spessore artistico. Se il disco Presente già aveva stupito sia per le composizioni che per l’arrangiamento, vedere la Trupe  dal vivo fuga ogni dubbio sul valore artistico di questi tredici musicisti. Visti dal vivo, infatti, si possono apprezzare sfumature che, per ovvi motivi, non si evincono dal disco.

La presenza scenica, nonostante il piccolo palco, è assolutamente valida. Trupe Chá de Boldo sta sul palcoTrupe Chá de Boldo na Casa da Francisca come se quello fosse il suo elemento naturale. I musicista sono a proprio agio, sorridono, scherzano, coinvolgono e si lasciano coinvolgere dal clima familiare che loro stessi creano. Il concerto più che un modo per mostrare la propria musica, è un pretesto per festeggiarla, senza troppi filtri.

Dal punto di vista tecnico, non c’è che dire, i ragazzi sanno quello che fanno e lo fanno bene. La sezione di fiati, seppur con un componente in meno, fa la sua porca figura. Riff sostenuti, contrappunti al canto, rifiniture negli arrangiamenti. Gli ottoni sono il vero cuore pulsante della band. Non da meno la sezione ritmica che, con i fiati, si accolla il lavoro duro. Brave le coriste e il cantante Galo a non perdere mai il tempo, a saper sostenere il canto senza intoppi, senza stonature, anche quando certe armonie si inoltrano nella dissonanza.

Il repertorio è quello di Presente – tranne poche eccezioni pescate dai dischi precedenti – ma la verve è tutta nuova, più frizzante, più decisa. La sensazione che si ha ad ascoltarli è esattamente quella che si dovrebbe avere: sono meglio dal vivo che nel disco. Il live, dopotutto, è la prova del nove per chi fa musica e Trupe Chá de Boldo, ancora una volta, ha ampiamente superato la prova.